Il caso di peste suina africana scoperto in un cinghiale infetto nell’area protetta dell’Insugherata, in periferia di Roma, ha ulteriormente rappresenta l’ennesima dimostrazione che non si stanno prendendo le misure preventive necessarie. Cresce la rabbia degli agricoltori dei Colli Euganei e delle aree limitrofe che si trovano a subire continui danneggiamenti delle coltivazioni ma aumenta anche la preoccupazione degli allevatori di suini.

Confagricoltura Padova da mesi ha innalzato il livello della denuncia e la pressione nei confronti degli enti preposti al controllo: Regione, Provincia e Parco Colli Euganei. Stiamo chiedendo l’adozione di tutte le azioni di controllo possibili, purché portino all’effettivo contenimento della popolazione di ungulati. Purtroppo gli animali ormai scorrazzano e si propagano anche nelle aree di pianura a causa  l’incuria di ambiti naturali e fluviali. Si pensi alla vegetazione che sta invadendo in modo incontrollato gli argini dei corsi d’acqua che, oltre a costituire un problema idraulico del tutto sottovalutato, rappresenta un rifugio ottimale per i cinghiali.

Nei prossimi giorni si terrà un incontro da noi voluto presso il Parco Colli Euganei per fare il punto della situazione sulle attività di controllo in corso, sia in pianura che nell’ambito collinare. Parteciperanno i rappresentanti di tutti gli enti responsabili. Ci incontreremo anche  con il Prefetto di Padova perché, oltre ai danni alle coltivazioni, vogliamo denunciare i rischi sanitari e alla sicurezza delle persone dovuti alla presenza massiccia di questi animali.

Come si può osservare si tratta di un problema esteso e generalizzato, presente in tutto il Paese, che merita un’attenzione particolare sia sul piano legislativo -devono essere semplificate le norme per il controllo- sia su quello delle risorse umane ed economiche al fine di rendere i piani di eradicazione effettivamente efficaci.