Ancora una volta la Confagricoltura si interroga sulla burocrazia ed ancora una volta l'analisi è drammatica. Tuttavia in situazioni del genere non si può che sperare in un qualche spiraglio di sole. Così fa il Presidente dell'organizzazione Mario Guidi che, pur conscio di una qualche ritrosia della politica in materia, assicura che la nostra organizzazione ha come obiettivo l'autosnellimento e dà atto al Ministro della Funzione Pubblica Gianpiero D'alia di una disponibilità del Governo al dialogo ed al Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione di una propensione all'ascolto del MIPAAF. I due esponenti di governo hanno partecipato ad una sessione di Confagricoltura Academy dedicata a cercare soluzioni per uscire dal labirinto della burocrazia. Di notevole impatto i casi narrati dagli imprenditori agricoli trovatisi alle prese con le pastoie cartacee e coi i ritardi nei pagamenti. Due elementi, questi ultimi,  che appaiono quasi l'unico elemento unificante di un'Italia, non solo agricola è bene ricordare, straziata dalle carte. Il Ministro della Funzione Pubblica Gianpiero D'alia ha assicurato la disponibilità del governo a lavorare per la semplificazione in agricoltura ed ha lungamente dissertato sui danni derivanti all'agricoltura dalla riforma del titolo V della Costituzione. Interessante ciò a proposito della oggettiva difficoltà di avere uno schema nazionale di riferimento per i PSR. C'e' l'impegno per mettere a punto una proposta unica ma interessi diversi e non immediatamente conciliabili rendono difficile trovare un punto di equilibrio. Secondo i dati presentati da Confagricoltura all'Academy, due giornate alla settimana, ovvero cento giornate all'anno, sono dedicate dagli imprenditori agricoli alla gigantesca macchina burocratica mentre – ha osservato Guidi – "i nostri imprenditori dovrebbero impegnare tutte le loro energie, ancor più nei periodi di crisi, a fare business e ad esportare a prezzi concorrenziali, a mantenere occupazione e non a combattere con i burocrati". Confagricoltura ricorda che i "Piani di Sviluppo Rurale italiani (Psr) – simbolo della complicazione burocratica – sono composti in media da 600 pagine più una serie di allegati di varia natura che oscillano tra le 800 e le 1600 pagine, che bisogna necessariamente conoscere se si vuole beneficiare delle misure. Per un peso complessivo tra 4 e 8,5 kg di carta, senza quantificare tutti i documenti attuativi, i bandi per la presentazione delle domande, i documenti modificativi e integrativi". Guidi ha anche ricordato le proposte della Confagricoltura: taglio delle funzioni per tagliare le spese della burocrazia, a cominciare dalle provincie; sportelli unici INPS, INAIL, ASL, AGEA, ispettorati agrari, Uma, guardia forestale; semplificazione procedurale e superamento delle lungaggini che si traducono in un danno. "E' devastante e vergognoso sentire che un'azienda è costretta ad alzare la bandiera bianca della resa, a chiudere e licenziare perchè ha sbagliato a pagare al fisco un euro a dipendente e l'amministrazione non ha trovato il modo per regolarizzare la sua posizione. Ma è questa l'amministrazione pubblica di cui abbiamo bisogno? Di cui hanno necessitano le imprese?", ha concluso il Presidente di Confagricoltura.