AUMENTA LA RABBIA DEGLI AGRICOLTORI EUROPEI

Gli agricoltori hanno deciso di scendere in piazza. Diverse sono le cause che hanno dato il via alle contestazioni che stiamo osservando in vari Paesi europei.

In Germania il Governo ha presentato una manovra straordinaria di correzione dei conti pubblici che prevede la soppressione delle agevolazioni fiscali al gasolio agricolo.

In Francia gli agricoltori contestano le proposte governative di aumentare il prelievo fiscale sull’acquisto di fitofarmaci, sul gasolio agricolo e sull’acqua destinata all’irrigazione.

In Polonia, Ungheria e Romania, i produttori sono scesi in piazza per i contraccolpi economici provocati dall’aumento delle importazioni di prodotti agroalimentari dall’Ucraina.

In Spagna la tensione è salita dopo l’aumento deciso dal governo del salario minimo interprofessionale del 5% a partire dal 1° gennaio.

Vanno anche ricordate le proteste degli allevatori nei Paesi Bassi nella primavera dello scorso anno, per le misure del governo tese a ridurre la dimensione degli allevamenti, allo scopo di tagliare il rilascio di azoto.

Resta sullo sfondo il disagio di tutti gli agricoltori dell’Unione europea nei confronti dell’ecologia punitiva del “Green Deal”, che ha posto, di fatto, il settore primario sul banco degli accusati con una serie di proposte normative insostenibili per gli agricoltori. Un cambio di rotta è indispensabile nelle politiche Bruxelles. Il tema sarà senz’altro al centro della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo.

Ma la rabbia sta salendo anche tra gli agricoltori italiani  e anche all’interno della nostra base associativa per la scarsa remunerazione delle produzioni, i vincoli incomprensibili della Pac che non rappresenta più un sostegno al reddito degli agricoltori, la pesante burocrazia che ostacola l’attività d’impresa su tutti i fronti e la lentezza con cui l’Unione europea si sta aprendo all’innovazione.  

La nostra Associazione per il momento ha deciso di non scendere in piazza. E’ stato aperto un confronto serrato con le istituzioni europee e con il Governo Italiano su questioni specifiche e, più in generale, sul futuro della politica agricola.

Il Ministro Lollobrigida, che abbiamo incontrato nei giorni scorsi insieme alle altre associazioni agricole e alla cooperazione, ha aperto  un confronto  sui temi più caldi come i sostegni Pac, la concorrenza sleale derivante dalle importazioni, la gestione del rischio, la crisi di alcuni settori, la tassazione del settore. Sul fronte europeo, la presidente della Commissione Ue ha aperto il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura. A questi appuntamenti chiederemo un radicale cambio di rotta e una chiara è inequivocabile politica che deve rimettere al centro della propria azione la produttività e il reddito delle imprese agricole.