Nei giorni scorsi si è tenuto l’incontro della filiera suinicola con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e con il Ministero della Salute in merito alla situazione epidemiologica e alle misure per affrontare la Peste Suina Africana.
I Ministeri hanno dato informazioni in merito alle azioni messe in atto dal Ministero della Salute sia per circoscrivere la zona infetta e mettere in atto le prime misure per evitarne la diffusione sia per risolvere le eventuali problematiche in merito alle esportazioni.
Per quanto riguarda il controllo della diffusione della malattia, il Ministero della Salute ha specificato che la delimitazione della zona infetta e di una zona circostante di “precauzione/buffer” (dove implementare alcune misure) ha visto il coinvolgimento di esperti e l’approvazione da parte della Commissione Europea. Il ritrovamento di casi solo all’interno di tale area sta confermando la validità di una delimitazione così ampia che dà garanzie per i Paesi esteri sia dell’Unione sia extra-UE. Lo Stato Italiano ha 90 giorni dal ritrovamento del primo focolaio per presentare alla Commissione europea un piano di eradicazione straordinario che può essere approntato solo dopo il termine di un attento monitoraggio della zona e dello stato epidemiologico tramite il monitoraggio passivo che si sta attuando per il ritrovamento delle carcasse. Tale fase terminerà al massimo tra due settimane e ha dato al momento la rilevazione di 24 carcasse positive tutte nella parte più interna della zona infetta.
Una volta fatto questo monitoraggio si dovrà passare alla chiusura della zona con barriere che ostacolino la movimentazione dei cinghiali, che al momento sono abbastanza stanziali, ma che deve essere terminata entro maggio, periodo in cui i piccoli sono abbastanza grandi per permettere ai gruppi familiari di muoversi. Una volta ostacolata l’uscita degli animali si potrà procedere al controllo della popolazione e alla riduzione del numero all’interno della zona infetta.
In merito all’Export il Ministero della salute ha specificato come si siano attivati da subito per evitare le ripercussioni verso i mercati esteri e come siano in stretto contatto con la Commissione europea al fine di rassicurare i Paesi terzi del rispetto delle misure già messe in atto e sulla sicurezza dei prodotti soggetti a trattamenti termici e di stagionatura. L’azione al momento è particolarmente concentrata sul Giappone dove si dovrà comunque prevedere un accordo bilaterale per riprendere le esportazioni. Oltre a questo hanno creato un canale specifico informativo con tutte le ambasciate per dare in tempi rapidi le informazioni agli ambasciatori sulla situazione epidemiologica e sulle misure che vengono messe in atto per affrontare eventuali dialoghi con i vari Paesi. Provvederanno a fare incontri periodici settimanali o almeno ogni due settimane con le ambasciate per fare il punto della situazione.