Sono 97 i progetti recentemente finanziati in Italia tramite il PNRR e altri fondi nazionali per un investimento complessivo di 880 milioni di euro. E’ quanto ha detto mercoledì scorso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. I progetti che interessano il Veneto sono 6 a cui sono stati destinati circa 71 milioni di euro. Il Ministro ha spiegato che i progetti prevedono interventi di conversione dei sistemi irrigui, di adeguamento delle reti di distribuzione al fine di ridurre le perdite, di adozione di tecnologie per un uso efficiente delle risorse idriche.
I 6 progetti del Veneto interessano il Consorzio Veronese per 19 milioni e 400 mila euro, altri due il Delta del Po per 7 milioni e mezzo e per 7 milioni e duecento mila euro, poi c’è il Consorzio Brenta con 10 milioni e 200 mila euro, il Consorzio Bacchiglione con 7 milioni e 200 mila euro e il Consorzio Veneto Orientale con altri 20 milioni. Il Consorzio Adige Euganeo ed il Consorzio Leb avevano fruito precedentemente di alcuni finanziamenti per opere irrigue.
L’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner ha inoltre comunicato che: «Il nostro piano per il Veneto è stato deliberato dalla giunta la scorsa settimana. Parliamo di un grande piano con risorse importanti e pluriennali». Il presidente della Regione Luca Zaia lo ha definito un piano Mashall.
I Consorzi di Bonifica ritengono che servano al Veneto più di 900 milioni da utilizzare in un piano decennale. Sono 17 le ex cave che potrebbero essere trasformate in altrettanti bacini di raccolta: 44 milioni di metri cubi invasati. Tutti i siti andrebbero bonificati e impermeabilizzati. Molte di queste cave sono però di proprietà di privati. Altri 10 siti sono stati individuati per realizzare gli invasi di pianura, con una capacità stimata in 5 milioni di metri cubi d’acqua. Si tratta di piccoli bacini funzionali soprattutto ad un’irrigazione efficiente. Inoltre si parla di “bacinizzazione” dei corsi d’acqua esistenti: 10 sbarramenti in altrettanti tratti di fiumi o canali, per una capacità complessiva di 5 milioni di metri cubi.
I fatti ci diranno se Governo e Regione hanno effettivamente messo al primo posto della loro agenda di opere pubbliche l’emergenza idrica.