“La nuova situazione di emergenza sul fronte sanitario impone la proroga della scadenza, fissata a fine anno, per l’uscita del Regno Unito dal mercato unico e dall’unione doganale”. E’ la richiesta di Confagricoltura alla luce delle decisioni assunte in queste ore a livello europeo per la variante Covid-19 presente, in particolare, in alcune aree dell’Inghilterra.

Il blocco dei collegamenti rischia di fermare anche la movimentazione delle merci, compresi i prodotti agroalimentari. Il governo di Londra ha già annunciato una riunione di emergenza per fronteggiare l’esaurimento delle scorte nei supermercati previsto nel giro di pochi giorni. La questione va affrontata anche dalle Istituzioni di Bruxelles.

Il Regno Unito, evidenzia Confagricoltura, è importatore netto di prodotti agroalimentari. Per il settore orticolo, ad esempio, la produzione britannica copre il 50% del fabbisogno interno e per la frutta si scende addirittura al 5%. Nel complesso, le importazioni di settore dalla Ue ammontano a 40 miliardi di euro l’anno. Il “Made in Italy” incide per 3,4 miliardi.

Negli ultimi giorni – aggiunge Giansanti – si sono già formate lunghe file di automezzi in prossimità delle frontiere del Regno Unito con la Ue. Una situazione che potrebbe diventare costante nelle prossime settimane e, forse, nei prossimi mesi. Dal 1° gennaio 2021, infatti, in assenza di un accordo commerciale tra Ue e Regno Unito, i tempi di transito sarebbero allungati ulteriormente dall’entrata in vigore dei controlli doganali e fitosanitari.

Scatterebbero, inoltre, i dazi doganali stabiliti dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Per quanto riguarda il settore agroalimentare, i dazi si attesterebbero in media al 20%, con punte del 70% su alcune produzioni zootecniche.