I rincari scattati dal 1° gennaio vanno ad appesantire i bilanci delle aziende agricole venete, già schiacciate dal balzo dei costi energetici che hanno segnato il 2021. Secondo le stime dell’Authority per l’energia, l’energia elettrica ha segnato nell’ultimo trimestre aumenti del 55%, mentre il gas è schizzato in alto del 42%. Tutto questo quando già l’anno scorso, rispetto al 2020, il costo dell’energia era aumentato del 100% e quello del gas metano del 300%.

“Lo scenario è preoccupante per la tenuta delle nostre aziende agricole – sottolinea Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto – , sia per i costi diretti che indiretti. L’aumento dei costi delle materie prime si riverbera a cascata su prodotti primari per l’agricoltura, basti pensare che il costo del gas viene utilizzato, ad esempio, nel processo di produzione dei fertilizzanti. L’urea, fertilizzante ampiamente utilizzato per la preparazione dei terreni, ha visto più che raddoppiati i costi, con un balzo da 350 euro a 1000 euro a tonnellata, mentre il prezzo di altri concimi è salito mediamente del 60%. Alle stelle anche i prezzi dei mangimi, rincarati del 30%.

Gli aumenti vanno a mettere in grande sofferenza il comparto zootecnico, gravando sui costi per l’alimentazione del bestiame ma anche per il riscaldamento delle stalle. In primavera la situazione diventerà grave anche per i seminativi, in quanto il recupero effimero, dovuto all’aumento dei prezzi dei cereali, sarà vanificato dal rialzo dei costi dell’energia necessaria per la semina con i mezzi meccanici e per l’essiccatoio, oltre che per la raccolta. Non andrà meglio sul fronte della frutticoltura, che sconterà l’incremento dei costi per gli agrofarmaci, dell’energia elettrica per far funzionare le celle frigorifere e del gasolio per l’irrigazione. Situazione molto difficile anche per i floricoltori, che vedono un aumento esorbitante dei costi del gas metano per il riscaldamento delle serre e dell’energia elettrica. Per tutte le aziende sono da mettere in conto anche i costi degli imballaggi, come cartoni, plastica e bottiglie. I rincari ricadranno anche sui costi dell’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio”.