Dopo più di due anni di attesa sta giungendo al termine il lungo iter di recepimento della direttiva (UE) 2016/2284 (cd. Direttiva NEC – National Emission Ceilings), concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, che ha modificato la direttiva 2003/35/CE ed abrogato la direttiva 2001/81/CE (la precedente Direttiva NEC).

Difatti, dopo la pubblicazione del decreto legislativo 30 maggio 2018, n. 81 di attuazione della direttiva, il Mite, in collaborazione con gli altri Ministeri interessati (tra cui anche il Mipaaf) ha iniziato a lavorare al Programma Nazionale di controllo dell’Inquinamento Atmosferico, previsto dall’articolo 6 della direttiva NEC, che individua per ogni settore le misure da implementare per raggiungere gli obiettivi di riduzione fissati al 2030.

A fine dicembre, è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni il DPCM contenente il Programma nazionale e, a breve, sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

La “nuova” Direttiva NEC ha di fatto mutuato gli obiettivi di riduzione rivisti del Protocollo di Göteborg a partire dal 2020 (rispetto alle emissioni del 2005, anno di riferimento), aggiungendo dei nuovi target di riduzione da raggiungere entro il 2030 e da mantenere anche negli anni seguenti, per quanto riguarda i seguenti inquinanti:

In particolare, per quanto riguarda il settore agricolo, è previsto un allegato specifico nel Programma nazionale, che andrà a costituire un Codice di buone pratiche agricole volte alla riduzione delle emissioni di ammoniaca.

In questo nuovo Codice, la cui stesura è stata affidata al Mipaaf, sono state individuate sia misure obbligatorie che facoltative; questo pacchetto di misure si è reso necessario per assicurare il rispetto dei target stabiliti per il 2030 (gli obiettivi al 2020 sono stati raggiunti senza particolari problemi).

Grazie anche al lavoro svolto da Confagricoltura, le misure obbligatorie sono esclusivamente legate all’incorporazione dei fertilizzanti, allo spandimento di materiali palabili e non palabili, all’incorporazione del liquame e al divieto di nuove lagune; in questo modo si è cercato di puntare sostanzialmente ad una maggiore diffusione di alcune buone pratiche agricole già applicate sul territorio.

Va detto che molte di queste misure sono già state previste nel IV programma nitrati e nel piano straordinario per il contenimento delle emissioni in atmosfera adottati dalla Regione Veneto lo scorso anno e attualmente in vigore.

Misure obbligatorie