Piano UE per la neutralità climatica: agricoltori pronti a contribuire, ma i prodotti importati vanno tassati se non sostenibili

Confagricoltura, pur condividendo gli obiettivi del piano per la neutralità climatica presentato nei giorni scorsi dalla Commissione UE, paventa il rischio di un forte aumento dei costi di produzione, a partire da quelli energetici che potrebbero addirittura raddoppiare. “Occorre procedere con un adeguato margine di flessibilità, per salvaguardare la competitività dei nostri prodotti all’interno e sui mercati internazionali” commenta il presidente Massimiliano Giansanti.

Il pacchetto di misure prevede una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra in misura del 55% sui livelli in essere nel 1990 è in programma entro il 2030. Inoltre il target per la riduzione delle emissioni inquinanti nei settori esclusi dall’ETS (mercato delle emissioni nocive), che comprende l’agricoltura, prevede una riduzione del 40% rispetto al 29% contemplato in precedenza. Per ridurre la CO2, il piano d’azione dell’Ue prevede quindi interventi sull’uso del suolo, sulla selvicoltura e sull’agricoltura. È stata inoltre adottata una nuova strategia per le foreste che punta a migliorarne la qualità e la quantità. Entro il 2030 saranno piantati tre miliardi di alberi in tutta Europa. 

Confagricoltura ritiene che gli imprenditori agricoli siano pronti a investire sulle nuove tecnologie per aumentare la sostenibilità ambientale. Anche con le energie rinnovabili il settore può dare un importante contributo, e vanno nella giusta direzione le proposte della Commissione per rilanciare la politica forestale.

Resta aperta, ad avviso della nostra Organizzazione, la questione della concorrenza esercitata dai prodotti ottenuti nei Paesi terzi dove vigono sistemi di produzione e normative meno rigorose di quelle europee. Per essere efficace l’azione contro il cambiamento climatico deve essere globale. Anche per il settore agroalimentare (come per i settori industriali soggetti alla carbon tax) deve essere istituita una ‘tassa’ sull’importazione di prodotti ottenuti con metodi più inquinanti e con una minore tutela delle risorse naturali. La Francia ha già annunciato che la questione della reciprocità delle regole nell’ambito degli accordi commerciali sarà uno dei punti qualificanti del programma per il semestre di presidenza della UE dal 1° gennaio 2022. Confidiamo che la proposta francese venga sostenuta dal nostro Governo.