Confagricoltura con altre associazioni insiste sulla necessità di arrivare ad una deroga temporanea alle soglie per i mangimi destinati a determinate specie animali ma a frenare la presentazione di una richiesta formale all'Agenzia Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) c'è ora la campagna elettorale che vede coinvolti entrambi i ministri competenti, Catania e Balduzzi.
Sulle scrivanie dei Ministeri della sanità e delle politiche agricole ci sono le richieste di rimodulazione dei limiti di aflatossina B1 e B2 nel mais destinato all'alimentazione di vitelloni, suini e polli. Ma entrambi i Ministri Catania e Balduzzi sono in campagna elettorale e stanno dichiarando che sono contrari ad un intervento sulle soglie perché comprometterebbe la sicurezza alimentare.
La nostra iniziativa invece si preoccupa della tutela della salute, tanto che la richiesta è supportata da una relazione scientifica del prof. Marco De Liguoror, del dipartimento di Biomedica comparata e alimentazione dell'Università di Padova, secondo la quale l'esposizione  di soggetti adulti di vitellone, suino e pollo a concentrazioni di aflatossine nella dieta non superiori a 100ppb non determina danni alla salute degli animali e può comportare residui minimi di aflatossine nel fegato e nel rene, che comunque non superano 1 parte per miliardo, cioè la metà del valore soglia tollerato in Europa per l'aflatossina B1 nei cereali destinati al consumo umano.
Già ad ottobre 2012 la Regione Emilia Romagna aveva raccolto l'istanza e inoltrato ai  Ministeri competenti una precisa richiesta di deroga.  Più tardi (soltanto il 18 dicembre dello scorso anno) e con meno convinzione, anche la Regione Veneto ha inoltrato agli stessi interlocutori istituzionali un suo documento, accompagnato dall'istanza delle associazioni. Le autorità nazionali dovrebbero ora trattare la possibilità di innalzare i limiti con l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che ha sede a Parma. In pratica, con il via libera dell'Efsa l'Italia non avrebbe bisogno di ulteriori autorizzazioni da parte di Bruxelles.
Il problema è che per l'opposizione di Coldiretti, e probabilmente anche per la campagna elettorale in atto, la verifica con l'Efsa non procederà fino alla costituzione di un nuovo Esecutivo. Ciò è grave perché i magazzini con il mais 2012 sono pieni e la commercializzazione è bloccata. Vengono esibite nel mercato soltanto piccole partite di buona qualità destinate ad allevamenti locali o partite contaminate destinate agli impianti di biogas. Con questo modo di procedere c'è il rischio concreto che il mais rimanga invenduto fino a settembre del prossimo anno oppure si inseriscano partite del cereale in canali speculativi e di illegalità. L'unica possibilità ragionevole per uscirne resta una ponderata deroga alle soglie, comunque a livelli non pericolosi per gli animali e per la sicurezza alimentare. Ma purtroppo non viviamo in un Paese ragionevole.