Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, e gli altri presidenti e rappresentanti di Confagricoltura nei giorni scorsi hanno incontrato per la prima volta dalla sua elezione Federico Caner, assessore regionale all’agricoltura della Regione Veneto.

Il presidente regionale ha tracciato una panoramica sul mondo agricolo, da un anno alle prese con le problematiche legate all’emergenza Covid, evidenziando le ripercussioni che ci sono state sulle diverse filiere. L’impatto maggiore è stato sui circa 1.400 agriturismi regionali, attività, ha ricordato, che permette un reddito supplementare agli imprenditori agricoli, oltre alla vendita diretta dei prodotti, che ha un impatto notevole soprattutto nelle zone turistiche. Un tema ripreso, durante la riunione, anche da Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto, che ha invocato una campagna promozionale ad hoc per attirare negli agriturismi un turismo di qualità.

Con il blocco del settore Horeca, ha aggiunto Giustiniani, altri settori sono andati in crisi avendo perso il loro canale di riferimento, dal lattiero caseario al mondo del vino. “Speravamo che con il 2021 si vedesse un po’ di luce – ha sottolineato Giustiniani -, con la speranza che il programma vaccinale potesse farci uscire dalla situazione emergenziale, invece assistiamo a ritardi che ci preoccupano e se ci sarà ancora una chiusura sarà necessario un nuovo piano ristori. Ringraziamo la Regione Veneto perché ha cercato risorse per dare sostegno alle aziende e ha impegnato tutte le somme a disposizione nella vecchia programmazione del Psr. Ora, con quella nuova che andrà dal 2023 al 2027, occorrerà prestare attenzione ai bandi, con un utilizzo mirato dei fondi. Ci aspettiamo che l’Italia e il Veneto possano intercettare parte dei fondi non destinati direttamente al settore agricolo, ma che ricoprono un orizzonte più ampio, vedi la parte del Recovery Fund dedicata alle misure ambientali. L’aspetto forestale, sia in montagna che in pianura, sarà importante nei prossimi anni anche in base al Green New Deal europeo”.

I presidenti provinciali hanno fatto una carrellata su alcune criticità specifiche dei loro territori. Stefano Casalini, presidente di Confagricoltura Rovigo, ha citato il flagello della cimice asiatica, che ha messo in ginocchio l’ortofrutticoltura, e la maculatura bruna che colpisce le pere. Come presidente della sezione bieticola, ha inoltre evidenziato la necessità di sostenere il settore anche per mantenere attivo l’unico zuccherificio veneto rimasto, che è quello di Pontelongo. Un appello ribadito anche da Giangiacomo Bonaldi, presidente di Confagricoltura Treviso, che ha sottolineato anche la necessità della promozione del marchio Land of Venice, che sta riscontrando avere un ottimo ritorno per le aziende.

Michele Barbetta, presidente di Padova, ha ricordato la piaga dei cinghiali, che si stanno espandendo anche al di fuori del Parco dei Colli Euganei, e ha chiesto alla Regione di sostenere il progetto di risanamento del fiume Fratta Gorzone. Ha inoltre richiamato l’attenzione allo sforzo che stanno facendo gli allevamenti per rispondere alla domanda di sostenibilità ambientale e relativamente al benessere degli animali. Anna Trettenero, presidente di Vicenza, ha invitato a porre attenzione alle aziende agricole che, a causa della pandemia, possono trovarsi in una situazione di fragilità e quindi preda della malavita organizzata. Diego Donazzolo, che guida Belluno, ha ricordato l’importanza del connubio agricoltura-turismo per la montagna e l’urgenza di mettere a punto un piano strategico, anche con le altre organizzazioni, per non perdere le filiere vitali come il legno e la zootecnia. Un tema, quello degli allevamenti, rimarcato anche da Luigi Andretta, rappresentante di Venezia, che ritiene fondamentale identificare meglio le carni nostrane diversificandole rispetto alle carni da importazione per non essere penalizzati in ambito europeo.

Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Veneto, è intervenuto anche come rappresentante di Verona, ribadendo il tema della fauna selvatica ma anche la necessità che riprendano le manifestazioni fieristiche, vitali per tutti i comparti. Per i giovani ha chiesto la possibilità di prendere parte al Tavolo Verde regionale, per portare un contributo fresco anche in merito al Psr.

L’assessore Caner ha rimarcato che far ripartire il settore agricolo è fondamentale sia per l’aspetto turistico, che per l’agroalimentare: “Il 2020 è stato un anno disastroso dal punto di vista turistico, con un calo del 60 per cento delle presenze e dell’80 per cento nelle città d’arte. Tutto il canale Horeca è andato in crisi e quindi anche il sistema agroalimentare. Ora che i due ambiti sono riuniti in un solo assessorato, avrò in modo di studiare con attenzione il quadro, alquanto complesso e variegato, per mettere a punto le giuste strategie”. Per quanto riguarda la cimice asiatica ha annunciato che già questa settimana partiranno i primi pagamenti per i danni subiti l’anno scorso. Sulla bietola non sono ancora certe risorse aggiuntive, ma c’è la volontà di promuovere incontri con l’industria dolciaria per sottolineare l’importanza dello zucchero veneto come strategia di marketing. Per quanto riguarda i cinghiali e la fauna selvatica, l’assessore Caner ha concordato sull’urgenza di intervenire e si è impegnato a promuovere un incontro ad hoc con il suo collega con delega alla Caccia, Cristiano Corazzari.