PER CONFAGRICOLTURA IL PARCO E’ UNA RISORSA E CONTRO I CINGHIALI NON ESISTONO ALTERNATIVE ALLA “CACCIA CONTROLLATA

E’ bene dirlo subito: Confagricoltura Padova riconosce il valore ambientale, paesaggistico e per certi aspetti anche economico del Parco dei Colli Euganei, perciò ritiene che la sua presenza non possa essere messa in discussione.

Il Parco però non può essere considerato un santuario intoccabile, con vincoli indiscutibili ed immodificabili, che non solo ostacolano gli interventi di miglioramento delle aziende agricole, ma anche la loro difesa dai cinghiali e da altri ungulati. L’attuale regolamentazione dell’area protetta ha, nei fatti, impedito di affrontare con la dovuta determinazione l’incessante aumento di cinghiali nei Colli Euganei, i quali sono cresciuti di numero raggiungendo una concentrazione insostenibile e diventando per l’agricoltura e anche per la pubblica sicurezza una vera e propria calamità naturale.

Il problema dei cinghiali nel Parco dei Colli Euganei è gravissimo e va perciò affrontato urgentemente con mezzi straordinari per riportare la popolazione a livelli tollerabili, dagli attuali 7-10 mila a sotto i 500 capi. Ma per attuare questo piano le risorse non sono sufficienti. Considerata la consistenza attuale e il tasso di proliferazione che hanno questi animali, basta fare quattro conti per comprendere che tale obiettivo si può raggiunge nell’arco di alcuni anni soltanto se si praticano prelievi di almeno 4-5 mila capi l’anno. Il Parco Colli, con i 200 mila euro stanziati dalla Regione per i 2017, si sta organizzando per prelevare, tra catture ed abbattimenti, solo 2 mila capi. Gli interventi di cattura e di “selezione/abbattimento” all’interno dell’area Parco sono infatti complessi e molto costosi, sia nell’organizzazione che nella gestione e in questo momento altri mezzi di controllo ammessi ed efficaci non esistono.

La gravità della situazione e la necessità di intervenire da subito con prelievi aggiuntivi ci ha portato a considerare con interesse anche la proposta delle “aree contigue” dove è possibile praticare la caccia controllata ai cinghiali (e solo ai cinghiali) da parte dei residenti autorizzati. A nostro avviso tali aree possono essere limitate ad alcuni luoghi strategici, individuati dagli esperti al solo scopo di attrarre, catturare e/o cacciare gli ungulati. Non stiamo quindi rincorrendo tout court la proposta del consigliere Berlato, a cui comunque riconosciamo il merito di aver richiamato l’attenzione necessaria rispetto al problema.

La riduzione della popolazione di cinghiali non esclude che gli agricoltori debbano continuare a difendere le loro coltivazioni con recinzioni elettriche, reti elettrosaldate e anche con altri innovativi sistemi come gli ultrasuoni. Essa è fondamentale per rendere tali mezzi efficaci. Naturalmente è necessario che venga snellita la burocrazia per la loro installazione, attenuate le sanzioni nel caso si commettano delle irregolarità e che ci sia un sostegno economico in quanto rappresentano per le aziende un costo non indifferente.
Non bisogna mai dimenticare che l’agricoltura (insieme all’agriturismo) è parte integrante del Parco dei Colli Euganei è in quanto tale va preservata e tutelata. Questo è l’unico fine che noi perseguiamo.

Giordano Emo Capodilista