L’allarme di Confagricoltura Padova: Governo ed agroindustria devono avere maggiore attenzione per la produzione agricola italiana.

Prezzi di quasi tutti prodotti agricoli ai minimi storici, consumi e domanda interna fermi, importazioni dall’estero senza controlli: sono i temi che stanno angosciando le imprese e che hanno acceso la discussione all’interno del consiglio direttivo della Confagricoltura di Padova.
“Un’altra annata amara -conferma il presidente dell’Associazione Giordano Emo Capodilista- che si aggiunge alle due precedenti, segnate da eventi climatici negativi, e che porterà ad ulteriori contrazioni dei ricavi e dei redditi delle imprese agricole. C’è sofferenza nelle campagne -continua il presidente di Confagricoltura- soprattutto perché non si intravedono prospettive di miglioramento dei mercati e condizioni di ripresa dei consumi interni. Basta osservare il calo degli acquisti alimentari segnalato quotidianamente dai supermercati.”

Cereali, soia, frutta, bovini e suini da macello registrano prezzi alla produzione mai visti prima, nettamente al di sotto dei costi di produzione. Ma anche le quotazioni dell’uva e del vino sono stagnanti e per il latte si sta assistendo nelle ultime settimane ad un crollo del prezzo del prodotto importato che preoccupa molto gli allevatori, soprattutto in prospettiva dell’abolizione nel 2015 delle quote di produzione. Non va meglio ai florovivaisti, le cui produzioni sono compresse da un mercato asfittico dovuto alla crisi dei consumi e -secondo Older Pandolfo coordinatore della sezione florovivaistica di Confagricoltura- “anche da acquirenti poco affidabili, che non pagano i prodotti”.

Claudio Voltan, presidente della Stalla sociale di Terrassa Padovana e dirigente di Confagricoltura afferma che in queste condizioni per ogni capo bovino allevato e macellato la sua cooperativa registra una perdita di oltre 200 €. “Purtroppo aumentano i costi dei mezzi tecnici, dei servizi ed aumentano anche i vincoli a cui sono sottoposte le nostre aziende a garanzia della qualità e della salubrità del prodotto. Ma poi la nostra carne non viene riconosciuta e valorizzata negli scaffali dei supermercati” ha dichiarato Voltan. In Italia le aziende agricole e di allevamento garantiscono standard qualitativi elevati, ma purtroppo il loro sforzo non è premiato dal mercato e nemmeno dall’industria alimentare e dalla distribuzione, aggiunge Michele Barbetta, presidente dei produttori di avicoli e di uova della Confagricoltura del Veneto. “Gli operatori -aggiunge il dirigente di Confagricoltura- tendono ad approvvigionarsi da Paesi terzi, acquistando a prezzi inferiori prodotti agricoli e zootecnici ottenuti in condizioni meno restrittive di quelle previste in Italia e senza adeguati controlli alle frontiere. Ricordiamo per tutti il rischio che ha sfiorato i nostri allevamenti per la diffusione di mangimi prodotti con cereali importati dall’Ucraina contenenti diossina.”

“Sono questi i problemi delle nostre aziende agricole –conclude Emo Capodilista- problemi che meriterebbero più attenzione da parte della classe politica e dei governi nazionale e regionale, ma anche di tutta la filiera agroalimentare italiana, dell’industria alimentare e degli operatori della distribuzione”. Nella sostanza gli agricoltori chiedono una burocrazia meno opprimente che permetta loro di concorrere con gli altri Paesi e soprattutto una corretta valorizzazione commerciale delle loro produzioni che -sottolinea Emo Capodilista- “costituiscono la base insostituibile del successo dell’agroalimentare italiano nel mondo.”
Il Consiglio Direttivo ha deciso di portare le istanze dell’associazione all’attenzione del Prefetto di Padova.