Il comparto vitivinicolo veneto, ormai da diversi anni, sta procedendo come una locomotiva e i numeri presentati da Veneto Agricoltura nel terzo focus del Trittico Vitivinicolo Veneto lo confermano. Non mancano le preoccupazioni, che in questo momento si chiamano principalmente dazi USA e Brexit. Fondamentale per superare le eventuali future incertezze dei mercati sarà il saper fare squadra, continuando a puntare sulla qualità del prodotto nel rispetto dei disciplinari. Nel 2019 il vigneto veneto, che si estendeva su 97.347 ettari, ha prodotto ben 13.158.777 quintali di uva, in calo del -19,81% rispetto al 2018 (vendemmia, ricordiamolo, che per quantità resterà negli annali), ma superiore del +13,02% rispetto al 2017. Complessivamente sono stati 10.497.537 i quintali di uva a bacca bianca raccolti, trainati dall’”asso-prendi-tutto” Glera ovvero Prosecco, e 2.661.239 quelli a bacca nera. Trasformata in vino, tutta questa uva ha prodotto 10.941.775 ettolitri, segnando un calo del -18,4% sul 2018 ma una crescita del +14,3% sul 2017. Per quanto riguarda l’export, nei primi nove mesi del 2019, il Veneto ha esportato vino per oltre 1,6 miliardi di euro (+3,5% rispetto allo stesso periodo del 2018). Sono questi, in sintesi, i numeri che fotografano il comparto vitivinicolo veneto nel 2019 presentati oggi a Lonigo.

I sistemi “Verona” e “Treviso” si confermano autentici superstar del vitivinicolo veneto, sia per superficie dedicata che per quantità di uva prodotta. Il Prosecco continua a dominare la graduatoria delle prime 10 DO, cioè Denominazioni di Origine (DOCG, DOC e IGT) regionali, con oltre 4 milioni di quintali di uva raccolta nel 2019 su una superficie complessiva di ben 35.677 ettari, comunque in calo del -12,41% rispetto al 2018. Segue a grande distanza quella Delle Venezie (Pinot Grigio), che accusa un calo del -30,51% sul 2018, e il Conegliano Valdobbiadene (-24,01%). Ottima invece la performance delle DO Soave (+17,48%) e Venezia (+50,44%), quest’ultima salita dal 9° al 6° posto della classifica.

Nel Veneto, comunque, non si fa solo quantità, ma anche e soprattutto qualità. Basti pensare che degli oltre 13 milioni di quintali di uva raccolta nel corso dell’ultima vendemmia quasi 9 milioni (8.942.886) sono costituiti da uva DOC (Denominazione di Origine Controllata), 1.433.849 quintali DOCG (Denominazione di Origine Controllata Garantita) e 2.312.695 IGT (Indicazione Geografica Tipica). Trasformati in vino, sono stati prodotti 6.877.755 ettolitri di DOP bianco, 968.444 DOP rosso, 1.467.663 IGP Bianco e 932.053 IGP Rosso. I restanti 700mila ettolitri sono costituiti da vino da tavola e varietale. Tornando all’export di vino, il Veneto si conferma prima Regione italiana (Piemonte, Toscana e Trentino-Alto Adige seguono a distanza siderale) e quarta potenza mondiale dopo Francia, Italia e Spagna. I primi tre Paesi importatori del nettare veneto sono risultati nel 2019 gli USA (dove però incombono i dazi imposti da Trump), il Regno Unito (per il quale all’orizzonte si stagliano le incertezze dovute alla Brexit) e la fedele Germania.