“L’agricoltura Veneta dal 2014 al 2020 subirà una riduzione del 40 per cento delle risorse della Pac e dovrà fronteggiare un mercato mondiale sempre più ampio e più difficile. Potrà essere rilanciata soltanto mediante la coesione delle imprese agricole, la sana cooperazione, il consolidamento delle filiere produttive, la valorizzazione delle produzioni di qualità, la loro tutela e la loro esportazione.

dei prodotti”. La necessità di dare valore all’agricoltura italiana ha fatto nascere e tiene unite le organizzazioni che compongono Agrinsieme, il coordinamento costituito dalle associazioni Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare).

A Padova la guida del coordinamento passa ora a Giordano Emo Capodilista, presidente della locale Confagricoltura che si dice “fortemente intenzionato a rilanciarne l’attività, puntando sul sostegno deciso al sistema delle cooperative operanti nel territorio. Tutti i settori produttivi -continua Emo Capodilista- dai cereali alla carne, dal vino all’ortofrutta, fino alle bietole (lo zuccherificio di Pontelongo appartiene ad una cooperativa) manifestano un bisogno di aggregazione e di consolidamento dei rapporti di filiera. Dove esistono delle cooperative esiste un’opportunità in più, un’alternativa per gli agricoltori. Non sempre esse hanno dato buoni frutti, ma dove ci sono rappresentano un valore aggiunto importante per il reddito degli agricoltori.

“L’aggregazione è importante anche per realizzare degli obiettivi lungo la filiera agroalimentare, che altrimenti la singola azienda, da sola, per le sue dimensioni, non sarebbe nelle condizioni di perseguire” – sostengono i rappresentanti delle cooperative – unite nel chiedere a tutte le organizzazioni agricole di avere fiducia nel sistema delle cooperative e di contribuire fattivamente al suo consolidamento e rilancio. Gli agricoltori della provincia di Padova hanno come riferimento 55 cooperative agricole di raccolta e di trasformazione dei prodotti agrozootecnici. Esse complessivamente sviluppano un volume d’affari di circa un miliardo di euro che ricade nelle imprese agricole aderenti in termini di valorizzazione delle produzioni. Le divisioni della base sociale -hanno sottolineato le cooperative- indeboliscono le imprese cooperative, quando invece i tempi richiederebbero forte coesione e attenta selezione della classe dirigente per far fronte alle sfide di un mercato sempre più esigente e competitivo.