Il comparto lattiero-caseario dell’Alta Padovana sta attraversando una fase critica a causa del rapido calo dei prezzi del latte.
Un fenomeno inatteso per intensità e tempistica, che sta mettendo in forte difficoltà numerose aziende agricole del territorio.

Prezzi in forte discesa: un trend che allarma il settore

Negli ultimi mesi il prezzo del latte “spot” — il latte sfuso consegnato direttamente ai trasformatori — è sceso in modo rilevante: da 60 euro/hl registrati a inizio autunno a circa 53 euro/hl, con ulteriori ribassi attesi. Una contrazione che supera ampiamente le normali variazioni stagionali e che incide in modo diretto sulla stabilità economica delle stalle, già provate da costi di produzione elevati.

Fattori che aggravano la situazione

  • Maggiore disponibilità di latte rispetto alle attese, dovuta al mancato ricambio delle mandrie nel periodo estivo.

  • Calano i prezzi del latte estero, in particolare da Germania e Francia, che spingono verso il basso il mercato interno.

  • Domanda industriale più cauta, soprattutto per burro, polveri e alcuni derivati.

Questi elementi stanno generando uno squilibrio tra offerta e domanda, rendendo più complessi i nuovi contratti e riducendo la redditività aziendale.

Il rischio per le aziende del territorio

A soffrire maggiormente sono le stalle di dimensioni medio-piccole, spesso a conduzione familiare, che operano con margini già contenuti. L’attuale scenario potrebbe accentuare le difficoltà di chi non dispone di strutture più diversificate o di una filiera integrata.

Senza interventi mirati, il rischio è una contrazione significativa del numero di aziende attive nel settore, con ricadute non solo economiche ma anche sul presidio del territorio rurale.

La posizione e le proposte di Confagricoltura

Confagricoltura, recependo le preoccupazioni degli allevatori, ha avanzato una serie di proposte per contenere l’emergenza:

📌 Stabilità dei prezzi alla stalla, evitando ribassi non giustificati.
📌 Contenimento dei costi energetici, voce di spesa cruciale per molte aziende.
📌 Iniziative di sostegno alle famiglie vulnerabili, tramite distribuzione di prodotti lattiero-caseari.
📌 Campagne di valorizzazione del latte italiano e delle produzioni locali, con particolare attenzione ai formaggi DOP.
📌 Monitoraggio dell’offerta, invitando le aziende ad evitare aumenti di produzione rispetto al 2025.

Un approccio orientato alla tutela del reddito degli allevatori e al mantenimento della competitività della filiera veneta.

Il ruolo dei consumatori: sostenere il territorio

Anche i caseifici locali hanno lanciato un appello ai cittadini: scegliere latte e derivati del territorio significa sostenere concretamente la filiera in un momento decisivo, privilegiando qualità, tracciabilità e lavoro delle aziende agricole locali.