A distanza di oltre due mesi di focolai e abbattimenti negli allevamenti avicoli si comincia a discutere di ripresa dell’attività ed escono i primi provvedimenti per l’accasamento nelle aree verdi, classificate a medio rischio. Si tratta di comuni compresi nelle province di Rovigo, Venezia, Vicenza e Padova. Vengono confermare le restrizioni nelle aree rosse ad alto e altissimo rischio. Si inizierà con i polli e i tacchini, con severe prescrizioni da seguire, considerata la situazione epidemiologica ancora delicata
Si tratta di un primo segno di ripartenza, invocato dalla nostra associazione per riprendere gradualmente l’attività dopo mesi di paralisi. Sulla base ai dati della sanità al 4 gennaio erano 298 i focolai di aviaria scoperti in Italia, di cui 246 in Veneto.
In questi giorni sono state avviate le procedure per il riconoscimento dei danni diretti e indiretti subiti dagli allevatori. Confagricoltura inoltre ha promosso un’azione nei confronti della Regione volta a dichiarare lo stato di calamità sulla base del decreto legislativo 102/104, in modo da attivare tutti gli strumenti di sostegno possibili. E’ infatti necessario ottenere delle anticipazioni e una moratoria sul pagamento delle rate dei mutui utilizzando il fondo di 30 milioni di euro previsto dalla legge di bilancio appena approvata. «Siamo fiduciosi nella ripartenza» afferma Simone Menesello, presidente della sezione avicola nazionale di Confagricoltura «anche se sarà lenta, graduale e andrà gestita con oculatezza, sperando che il peggio sia alle spalle. A livello regionale la diffusione del virus sta rallentando. I dirigenti regionali della sanità hanno espresso la volontà di svuotare completamente, entro il 15 gennaio, gli allevamenti di broiler e tacchini presenti nelle aree colpite».