Emergenza siccità: gli interventi urgenti e gli investimenti per il futuro

La posizione di Confagricoltura

L’attuale fase di siccità, che sta colpendo il bacino padano da 6 mesi, è indiscutibilmente un evento eccezionale e senza precedenti, figlio di una serie di fattori predeterminanti caratterizzati da una continuativa scarsità di piogge e nevicate nel periodo invernale. Il fiume più importante d’Italia, il Po, secondo quanto riportato dall’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche, manifesta lungo tutta la propria asta una diminuzione dell’afflusso al di sotto dei minimi storici, registrando una “magra” epocale, con una risalita del cuneo salino in prossimità del Delta. Tuttavia, la situazione si rivela drammatica per le risorse idriche naturali in tutto il Paese con una situazione in aggravio anche nel Centro e nel Sud.

L’irrigazione è indispensabile per diverse colture, al Nord come al Sud, visto che l’84% dell’agroalimentare italiano deriva dall’agricoltura irrigua: un ettaro irrigato produce il 30% in più rispetto ad un ettaro non irrigato. Inoltre, la maggior parte delle compagnie assicurative ha cessato da ormai due mesi di assicurare il rischio siccità, privando le imprese agricole di un importante sostegno economico al verificarsi di simili eventi.

É necessario, pertanto, avviare un’azione tempestiva e adottare una pianificazione lungimirante per salvaguardare i prossimi raccolti.

Nel breve periodo, è fondamentale intervenire con gli strumenti attualmente a disposizione per provare a salvare i raccolti e la produzione agroalimentare.

Per poter procedere in questa direzione occorre un’immediata azione da parte del Governo, delle Regioni interessate, dei Consorzi irrigui di bonifica e dei gestori degli impianti idroelettrici. In particolare, Confagricoltura propone di:

  • dichiarare lo stato d’emergenza su tutto il territorio nazionale, in modo da consentire il rilascio eccezionale delle portate dei serbatoi idroelettrici e gestire l’eventuale ulteriore rilascio delle portate dei laghi alpini e prealpini.
  • dotare il Fondo di solidarietà di risorse finanziarie adeguate per poter indennizzare adeguatamente gli agricoltori considerando la siccità di quest’anno come una calamità naturale
  • dare seguito al principio del D. Lgs. 152/2006 di utilizzo prioritario dell’acqua per uso umano e agricolo;
  • derogare al deflusso minimo vitale dei fiumi per consentire un maggiore prelievo di acqua rispetto a quanto attualmente previsto;
  • procedere all’individuazione di idonee coperture finanziare, anche mediante il credito di imposta, per riconoscere alle imprese agricole i maggiori costi energetici o gestionali sostenuti in conseguenza della siccità (gasolio, energia elettrica, personale…);

Nel lungo periodo, invece, occorrerà avviare nuove opere finalizzate ad aumentare le riserve d’acqua per far fronte ad una situazione climatica che non si prevede migliorerà nei prossimi anni.

Il PNRR offre la possibilità di strutturare delle corsie preferenziali di finanziamento di interventi di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, forieri sia di siccità sia di alluvioni, ma soprattutto per riparare, ripristinare e realizzare ex novo le infrastrutture necessarie ad ottimizzare la gestione e la tutela della risorsa idrica, nonché a prevenire possibili disastri, spesso preannunciati.

In via più generale, per il settore agricolo, si potrebbe prevedere di rilanciare una seconda fase del piano di opere irrigue che tenga conto in particolare della necessità di costituire nuovi invasi, dai più piccoli, a livello aziendale, a quelli più grandi adeguati alle aspettative del territorio sotteso. Inoltre è necessario proseguire l’azione di rinnovamento dei sistemi irrigui, con particolare attenzione a quelli che distribuiscono l’acqua alle aziende agricole.