FoodDrinkEurope, l’organizzazione che rappresenta l’industria alimentare europea, ha presentato un reclamo ufficiale contro l’Italia alla commissione Ue contro i decreti sull’indicazione obbligatoria di origine, soprattutto quelli relativi al grano, al riso e al pomodoro, adottati in Italia e non notificati alla Ue. L’associazione, inoltre, evidenzia le distorsioni di mercato provocate dall’introduzione di queste norme. FoodDrinkEurope considerano con preoccupazione le tendenze attuali per rinazionalizzare determinate norme e politiche nel settore degli alimenti e delle bevande.
Le misure nazionali sull’etichettatura di origine obbligatoria introdotte recentemente da otto stati membri (come quelle per il latte fresco e i formaggi) hanno già un impatto negativo sugli scambi di prodotti alimentari nel mercato unico.
Secca la replica da parte italiana: “Noi abbiamo fatto una scelta chiara di trasparenza sull’indicazione d’origine in etichetta e siamo pronti a difenderla in ogni sede nazionale e comunitaria. In attesa che ci sia una piena attuazione del regolamento europeo in materia, l’Italia garantisce ai consumatori il diritto a conoscere l’origine delle materie prime di latte, pasta, riso e derivati del pomodoro”. Il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina chiarisce che i decreti approvati sono sono pienamente operativi, come confermato anche di recente dalla decisione del Tar del Lazio che ha rigettato il ricorso per la sospensiva.