Glifosato: secondo il rapporto preliminare non è cancerogeno

Il glifosato non è cancerogeno, mutageno e tossico per la riproduzione. Ci sono, quindi, le condizioni per prolungare l’autorizzazione all’uso del prodotto, anche se servono ulteriori analisi in merito all’impatto sulla biodiversità.

Sono le conclusioni del rapporto preliminare, redatto su mandato della Commissione europea, dalle autorità di quattro Stati membri – Francia, Paesi Bassi, Svezia e Ungheria – che è stato trasmesso all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).

In una nota ufficiale diffusa nei giorni scorsi, l’EFSA ha evidenziato che le autorità dei quattro Stati membri, non hanno previsto “una modifica alla classificazione esistente” del glifosato.

Siamo solo al primo passaggio di una lunga e accurata procedura che si concluderà l’anno prossimo. Confidiamo che il prosieguo delle valutazioni, fino alla decisione finale, sia esclusivamente ispirato dal massimo rigore per la piena tutela di tutte le parti in causa, a partire dai consumatori.

Il parere preliminare sarà oggetto, a partire da settembre, di consultazioni aperte al pubblico a cura dell’EFSA e della ECHA. A seguire, la classificazione del glifosato sarà portata all’esame del Comitato per la valutazione dei rischi dell’Agenzia per le sostanze chimiche. Infine, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare effettuerà una revisione conclusiva che sarà resa nota nella seconda metà dell’anno venturo. Terminata la procedura, sarà la Commissione europea a presentare la proposta per l’eventuale rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato. L’attuale autorizzazione quinquennale scadrà il 15 dicembre 2022.