Che l’agricoltura sia, sotto molti punti di vista, uno dei settori più innovativi è cosa oramai risaputa. Ma un altro aspetto fondamentale da sottolineare è come questa propensione all’innovazione abbia ricadute sempre più positive anche in termini di sicurezza sul lavoro. A dirlo sono i dati Inail riferiti all’anno 2020. Dall’analisi condotta dall’Istituto emerge un calo del 19,6% delle denunce registrate nel 2020 rispetto all’anno precedente in questo comparto, che occupa oltre 900mila lavoratori e contribuisce per il 2,2% al valore aggiunto prodotto dall’economia italiana.

Il rapporto INAIL sottolinea come le limitazioni imposte dal lockdown abbiano reso ancora più sensibile la diminuzione degli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, dalle 1.600 denunce del 2019 alle 1.187 del 2020 (-25,8%). L’effetto della pandemia è evidente anche per quanto riguarda i casi mortali denunciati in agricoltura, passati da 151 nel 2019 a 113 nel 2020 (-25,2%). In questo caso la riduzione più consistente, da 131 a 96 (-26,7%), è quella registrata dagli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro.

Allargando l’analisi al periodo 2015-2019, attraverso le informazioni consolidate aggiornate allo scorso 31 ottobre, Dati Inail rileva come il trend decrescente del numero delle denunce in agricoltura fosse già presente prima del 2020, con proporzioni però difficilmente paragonabili. Nell’arco del quinquennio preso in considerazione, infatti, le denunce presentate all’Istituto sono passate da 38.021 a 33.063, diminuendo “soltanto” del 13,0%. Su base annuale la riduzione media è stata di circa il 3,4%, con un -1,9% nel 2019 rispetto al 2018.

A infortunarsi di più sono gli uomini, la causa più frequente è lo scivolamento. Dal punto di vista anagrafico, la fascia di età più a rischio per i maschi è quella fra i 50 ed i 54 anni, con 3.709 denunce nel 2019, pari al 13,7% del totale. Le donne, invece, si infortunano più frequentemente nella fascia immediatamente successiva: l’Inail nel 2019 ha ricevuto 1.148 denunce da lavoratrici di età compresa fra 55 e 59 anni. Per quanto riguarda l’andamento dei casi mortali, nei cinque anni precedenti il 2020 il trend registrato è stato molto altalenante, con un saldo in diminuzione pari al -1,8%, da 168 casi nel 2015 a 165 nel 2019. La maggior parte dei decessi denunciati vede il coinvolgimento del trattore. La tipologia di infortunio più frequente è quella in cui il lavoratore, alla guida del mezzo, viene schiacciato dal suo ribaltamento, ma sono stati riscontrati anche casi di investimento, metà dei quali da parte di un trattore privo di conducente, in genere perché l’infortunato era sceso dal mezzo che ha continuato a muoversi autonomamente. Altri casi riguardano lavoratori venuti in contatto con organi in movimento del trattore, per i quali il trattore ha avuto un malfunzionamento o legati a operazioni di manutenzione.