Un riconoscimento di fondamentale importanza per coniugare sostenibilità ambientale ed efficienza produttiva delle imprese agricole aperte alle innovazioni. E’ stato pubblicato in questi giorni uno studio dalla Commissione europea sulle biotecnologie, con particolare riferimento alle nuove tecniche del genoma.
Lo studio riconosce che le nuove tecniche possono dare un valido contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici dando la possibilità alle imprese agricole di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali.
Lo studio della Commissione evidenzia anche che la vigente legislazione sugli organismi geneticamente modificati, varata nel 2001, non è adeguata per regolamentare le innovazioni tecnologiche in questione che consentono anche di aumentare la produttività delle colture, grazie a interventi mirati sul genoma.
“Oggi è stata riconosciuta la validità delle critiche che avevamo formulato alla sentenza della Corte di giustizia UE, del luglio 2018, secondo la quale le nuove tecniche di mutagenesi rientrano nella sfera di applicazione della normativa sugli OGM” – sottolinea il presidente di Confagricoltura.
“Chiediamo ora alle Istituzioni dell’Unione e ai governi nazionali di accelerare il passo, con il supporto del mondo scientifico, per giungere a una chiara ed efficace regolamentazione per l’uso delle più avanzate biotecnologie in ambito europeo” -aggiunge Giansanti – Potranno tornare senz’altro utili i risultati di un recente incontro sulle innovazioni tecnologiche che abbiamo organizzato con Assobiotec (Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie)”. Le nuove tecniche del genoma hanno avuto negli ultimi anni una rapida diffusione a livello mondiale, anche nei Paesi terzi con i quali l’Unione europea ha sottoscritto accordi per l’interscambio di prodotti agroalimentari.