Proponiamo ai soci una sintesi di quanto emerso nel corso dell’incontro sul nocciolo tenutosi presso la nostra sede lo scorso mercoledì.
L’incontro è stato tenuto dal dal Dott. Gianluca Griseri, Responsabile Tecnico di Ascopiemonte (Organizzazione Produttori Frutta a Guscio).

Intanto è bene sapere che a livello mondiale il primo produttore di nocciole nel mondo è la Turchia con una produzione superiore al 75% del totale di nocciole raccolte, seguono l’Italia con l’11%, gli Stati Uniti e l’Azerbaijan con il 3%, la Spagna e l’Iran con il 2%. La Turchia presenta una superficie investita di circa 700.000 ettari. In Italia la coltivazione del nocciolo si sviluppa attualmente su una superficie investita di circa 70.000 ettari collocata principalmente nelle regioni Piemonte nel Cuneese, Lazio nel Viterbese, Campania e Sicilia.

Altre Regioni, come la Toscana, Umbria, Emila Romagna e Basilicata, sono alla ricerca di diversificazioni colturali di prodotto, da contrapporre alla crisi di altri importanti settori frutticoli.

L’industria agroalimentare è sempre più interessata al prodotto nocciola ( Nutella, Kinder, Ferrero Rocher, Loacker, Besana, ecc.). Un esempio è il “PROGETTO NOCCIOLA”, nato da una iniziativa congiunta di ISMEA e FERRERO. Tra gli obiettivi del progetto vi è quello di realizzare 20 mila ettari di nuovi impianti entro 5 anni, coinvolgendo tutti gli attori della filiera, e di contribuire all’innovazione tecnica e organizzativa del settore.

Confagricoltura Padova ha organizzato questo incontro informativo dedicato alla coltura del nocciolo per far conoscere la tecnica colturale e le prospettive di mercato. Qualora i soci fossero effettivamente interessati all’impianto possono assumere maggiori informazioni e ottenere i riferimenti di Asco Piemonte chiamando o scrivendo all’ufficio tecnico dell’associazione.

Tecnica colturale

Il nocciolo preferisce terreni tendenzialmente sciolti, con pH neutro (da 6,8 a 7,2), ma si adatta anche nei terreni acidi e alcalini (fino a pH 8). Soffre particolarmente i terreni compatti e i ristagni d’acqua che provocano asfissia e marciumi radicali. Una pianta di nocciolo coltivata in modo razionale inizia a produrre al 5° – 6° anno, raggiungendo la piena produzione dopo l’8° – 9° anno. Vi sono noccioleti che con adeguate potature continuano a produrre anche dopo 30 – 35 anni dall’impianto. Si consiglia sempre di utilizzare del materiale vivaistico certificato di uno o due anni.

Dopo una attenta preparazione del terreno con lavorazioni profonde prima e poi il successivo affinamento, in autunno vengono messe a dimora le piantine di nocciolo con trivelle meccaniche o miniescavatori ad una profondità di 35 – 40 cm.

La varietà più indicata per la nostra Provincia è la TGL (Tonda Gentile delle Langhe) che costituirà circa il 90% delle piante di nocciolo. E’ necessario inserire alcuni impollinatori, nella misura del 5% – 10% al fine di migliorare l’impollinazione e quindi la capacità produttiva del noccioleto, queste varietà possono essere la Tonda di Giffoni o la Tonda Gentile Romana. I sesti d’impianto più utilizzati sono 6×4 – 6×4,5 – 5,5×4,0 al fine di meccanizzare molte pratiche colturali quali la potatura e la raccolta meccanica. I sistemi di allevamento posso essere a cespuglio, a vaso cespugliato o ad alberello.

Per la buona riuscita della coltura ed ottenere una produzione costante e di ottima qualità, risulta indispensabile l’impianto di irrigazione, a subirrigazione o ad ala gocciolante sospesa.

Le avversità funginee del nocciolo sono controllate quasi esclusivamente con rame e zolfo, mentre importante risulta il controllo delle cimici che causano aborto traumatico della nocciola o il cimiciato causato dalle punture dell’insetto in fase avanzata di sviluppo del frutto che gli fa acquisire un caratteristico sapore amarognolo che le rende inutilizzabili dall’industria trasformatrice.

I costi di impianto sono molto variabili da azienda ad azienda attestandosi intorno ai 5/7.000 euro ettaro. I costi di mautenzione e gestione si aggirano intorno ai 3-4.000 euro/anno.

Le produzioni medie sono di circa 2500/3000 Kg ad ettaro. Il prezzo medio in guscio si aggira sui 2,7 €/Kg.

Conclusioni

La coltivazione del nocciolo può essere una valida opportunità anche per il nostro territorio.
La buona riuscita del progetto è basata sulla possibilità di dare al coltivatore una qualche garanzia di conferimento del raccolto e, possibilmente, di un prezzo minimo di cessione nel tempo, a copertura dei suoi costi annuali.
E’ auspicabile si giunga ad un “contratto tipo” generale, da adattare alle varie circostanze territoriali.
Bisogna organizzare una filiera produttiva dove tutti gli attori possono concordare e definire questo obiettivo in modo condiviso, nell’interesse di tutti.

Per maggiori informazioni potete contattare il Responsabile Ufficio Investimenti p.a. Raffaele Lain tel. 049 8223504.