È tempo di semine e una buona programmazione deve tenere in dovuta considerazione anche i vincoli da rispettare per il greening, il pagamento ecologico della Pac. Il pagamento “verde” o greening è la seconda componente del sostegno della Pac e vale circa il 50% del valore del titolo. Gli agricoltori sono tenuti ad applicare sul loro terreno tre pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente, che vanno rispettate congiuntamente. Le ricordiamo: a) diversificazione delle colture, b) mantenimento dei prati permanenti, c) presenza di un’area di interesse ecologico (aree EFA).

L’impegno che influisce maggiormente sulle scelte colturali è la diversificazione delle colture. Ricordiamo che vanno programmate almeno due colture nelle aziende la cui superficie a seminativo è compresa tra 10 e 30 ettari e almeno tre colture nelle aziende la cui superficie a seminativo è superiore a 30 ettari. Fino a 10 ettari a seminativo, l’agricoltore non ha obblighi di diversificazione. Va precisato che l’erba medica in purezza è considerata “coltura” facente parte della rotazione aziendale.

L’altro importante impegno è l’obbligo di destinare una quota del 5% dei seminativi dell’azienda ad aree di interesse ecologico. L’agricoltore può scegliere tra diverse tipologie di area di interesse ecologico, come i terreni lasciati a riposo o le superfici con colture azotofissatrici (es.: erba medica, pisello, soia, fagiolo e fagiolino, ecc.). Sono escluse dall’obbligo di aree EFA le aziende con superficie a seminativo inferiore o uguale a 15 ettari. L’agricoltura biologica è considerata pratica equivalente, per cui sostituisce i vincoli del greening. È bene ricordare sin da questa fase di pianificazione agronomica che il mancato rispetto del greening comporta l’applicazione di sanzioni, che possono comportare anche una riduzione sui titoli Pac.