Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, tenutosi a Bruxelles il 13 e 14 dicembre 2018, ha accolto la proposta della Commissione UE di giungere ad un accordo di massima sul quadro finanziario 2021-27 entro il prossimo autunno.
Un preventivo accordo politico sarebbe stato previsto già a maggio 2019, prima delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Se non verranno rispettate queste tappe c’è infatti il rischio che i programmi dell’Unione Europea dopo il 2020 non vengano avviati puntualmente, con conseguenze negative per il settore agricolo e non solo.

Numerose sono le questioni che dovranno essere trattate dai capi di Stato e di governo relativamente alle proposte avanzate dalla Commissione sul bilancio 2021-2027 e sui diversi programmi di spesa, tra i quali spicca la Pac. Anzitutto c’è lo stanziamento per la parte ambientale della Pac, proposto nel 40 per cento del valore delle risorse destinate al settore.
Poi c’è l’accordo sulla “convergenza esterna” dei pagamenti diretti, cioè sull’avvicinamento al valore medio degli aiuti ad ettaro dei vati Stati membri. Si dovrà inoltre discutere di “plafonamento e degressività” da applicare alle aziende di maggiori dimensioni, scelta che potrebbe essere assegnata ai singoli Paesi.  Infine ci sono i programmi di sviluppo rurale, per i quali si prevede un intervento comunitario del 70% per le aree meno avanzate e solo del 43% nelle altre zone. Budget comunitario e Pac 2021-27 sono questioni fondamentali per il futuro dell’agricoltura italiana.
Confagricoltura sta seguendo la discussione con grande attenzione e continuerà a seguire la materia con approfondimenti, contatti ai massimi livelli e proposte concrete volte a tutelare la produzione agricola italiana e tutte le aziende che con il loro lavoro contribuiscono a rendere competitivo il settore.