“I fondi stanziati sinora dal governo per l’agricoltura e le sue filiere, circa 100 milioni di euro, sono solo briciole. Ho già scritto al ministro Bellanova chiedendo che nel prossimo decreto di aprile per le imprese ci siano almeno 5 miliardi per le aziende agricole italiane e altri 3 miliardi per le garanzie al credito dell’agroalimentare e per i fondi di promozione delle diverse filiere, dalla pesca ai formaggi al vino”.
Lo ha annunciato l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, incontrando i rappresentanti del Tavolo verde regionale, organismo di rappresentanza delle categorie agricole in Veneto, per fare il punto delle misure attivabili per fronteggiare la crisi creata dall’emergenza Covid 19.
“Ho chiesto al Governo – riassume Pan – l’istituzione nel decreto ‘Cura Italia’ di una sovvenzione diretta straordinaria per le imprese agricole per l’indennizzo della mancata vendita del prodotto o per il suo deprezzamento. Serve uno stanziamento da 5 miliardi di euro da assegnare alle Regioni in proporzione alla produzione lorda dell’anno 2018. Le Regioni provvederanno alla definizione dei bandi, alla istruttoria delle domande, alla concessione dell’aiuto e ai controlli entro il 31 dicembre 2020”.
La Regione Veneto sta predisponendo una serie di provvedimenti per mettere in campo, nell’ambito delle proprie risorse e competenze, misure speciali per facilitare l’accesso al credito e garantire liquidità alle aziende agricole e agroalimentari. Sul fronte delle garanzie bancarie la Regione sta lavorando per potenziare e allargare l’operatività dei fondi di riassicurazione: quello di Confidi (che ha una dotazione finanziaria di 2 milioni di euro) e quello per il primario gestito da Veneto Sviluppo (di 3 milioni di euro) e al quale aderiscono le principali Banche di credito cooperativo. Inoltre, attraverso la Conferenza delle Regioni il Veneto proporrà di potenziare l’operatività del Fondo di garanzia nazionale, istituito presso il Mise, e destinato, tramite Ismea, anche alle imprese del settore agroalimentare. La seconda mossa, in prospettiva, sarà quella di modificare operatività e finalità del Fondo di rotazione regionale per il primario (che ha una dotazione di 24 milioni di euro), istituito presso Veneto Sviluppo, consentendone l’impiego anche per spese correnti e non solo per quelle di investimento.