Più fondi per promuovere i vini veneti sui mercati esteri ed aiutare le bottiglie ad etichetta ‘made in Italy’ a recuperare competitività dopo l’imprevedibile crisi creata dalla pandemia. E più risorse per le cantine venete, per sostenere investimenti in attrezzature, migliorie, innovazioni di processo, sempre più strategiche per il futuro della viticoltura. Questa la filosofia che ha guidato la rimodulazione dei fondi regionali messi a disposizione dal Piano nazionale di sostegno al settore vitivinicolo per la campagna 2020-21.
“L’emergenza economica creata dalla pandemia sta causando una stagnazione alle esportazioni dei nostri vini in tutto il mondo- ha dichiarato l’assessore Giuseppe Pan – Il vino è la prima voce dell’export agroalimentare del ‘’made in Italy’ e per oltre un terzo è prodotto in Veneto: un primato di qualità e di competitività che non vogliamo disperdere. Da qui la scelta di rivedere i criteri di attribuzione dei fondi 2021, che per la Regione Veneto valgono 40,3 milioni”.
La rimodulazione, approvata dalla Giunta regionale nei giorni scorsi, rafforza il ‘portafoglio’ della promozione sui mercati dei paesi extraUe, destinando 16,5 milioni di euro (quasi 3 milioni in più rispetto a quanto previsto a inizio anno) a interventi di sostegno alla diffusione e alla commercializzazione dei vini veneti fuori dai confini dell’Unione Europea. Inoltre saranno messi a bando 5 milioni in più di risorse pubbliche (per un totale di 12,9 milioni di euro) per finanziare investimenti per migliorare le cantine e i loro impianti.