Ieri giovedì 22 novembre presso Confagricoltura Padova si è tenuto un convegno regionale riguardante le norme ambientali finalizzate alla riduzione delle emissioni, che interessano in particolare il settore zootecnico.

L’agricoltura italiana, responsabile secondo i dati ufficiali della maggior parte delle emissioni di ammoniaca in atmosfera, sarà chiamata a ridurre, entro il 2030, le emissioni di tale composto chimico del 16% rispetto i livelli del 2005. Il nostro Paese ha già raggiunto l’obiettivo al 2020 di riduzione delle proprie emissioni di ammoniaca raggiungendo, nel periodo 2005-2015, la riduzione del 7% delle emissioni e facendo ben sperare nella capacità del settore di arrivare agli obiettivi richiesti al 2030.

All’incontro hanno partecipato Barbara Lazzaro, direttore dell’ufficio Agroambiente della Regione Veneto, Alessandro Pantano funzionario di Confagricoltura dell’area Sviluppo Sostenibile e innovazione e Roberto Salvò, funzionario dell’ufficio Agroambiente regionale, i quali hanno discusso di queste novità di fronte ad una sala gremita di allevatori interessati.

L’Assessore Pan, presente all’incontro, ha ricordato che il settore agricolo sta facendo da anni sforzi per migliorare le proprie prestazioni, perciò non deve essere lasciato solo dalle istituzioni. Ha quindi concluso dicendo che a livello regionale verranno stanziati, con la prossima legge di bilancio, 4 milioni di euro, di cui 2 di cofinanziamento regionale, per aiutare il settore zootecnico nelle attività e negli investimenti tesi a ridurre le emissioni in atmosfera.

Il Presidente di Confagricoltura Padova Michele Barbetta ha ricordato che gli allevamenti in questi anni hanno fatto molto per la riduzione dell’impatto ambientale e anche nel filone del benessere degli animali, ciò sia sul piano delle strutture che su quello gestionale. Con queste nuove norme gli allevatori sono ora chiamati a fare ulteriori sforzi per l’innovazione del settore. Ha infine precisato che gli allevatori sono i primi a ritenere fondamentale il loro continuo impegno nella protezione ambientale, ma ha anche ricordato che gli allevatori italiani subiscono la concorrenza sleale da parte di paesi esteri che importano in Italia prodotti di qualità inferiore ottenuti tramite cicli produttivi che non rispettano le performance ambientali delle aziende italiane. Ha perciò chiesto un maggiore impegno delle istituzioni sul fronte dei controlli alle frontiere.