Dai dati sul consumo di suolo 2018 risulta che, anche quest’anno come lo scorso, il Veneto è la prima regione come incremento di consumo in termini di ettari, anche se in lieve flessione (923 ettari consumati nel 2018 contro più di 1.100 del 2017). Il suolo consumato totale in Veneto si attesta quindi al 12,4% sul totale regionale, dato superato solo dalla Lombardia con il 13,01%.
Questi i dati riportati nel rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” prodotto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che assicura le attività di monitoraggio del territorio e del consumo di suolo. Il Rapporto, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori allegati elaborati da ISPRA, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici.
Gli effetti diretti ed indiretti del consumo di suolo sono molteplici, e la perdita dei servizi ecosistemici del suolo è un fattore che che incide sia le aree urbane che agricole. Fra gli impatti connessi al consumo di suolo si citano il degrado dovuto alla perdita di produttività, la perdita di carbonio organico del suolo, la perdita di qualità degli habitat e l’erosione del suolo.
Per quanto riguarda l’ambito agricolo, ISPRA annualmente calcola un indice di perdita di produzione agricola a causa del consumo di suolo. Tra il 2012 e il 2018 in Italia si stima una perdita potenziale di circa tre milioni di quintali di prodotti agricoli che avrebbero potuto fornire le aree perse (escludendo le rinaturalizzazioni). Analizzando alcune categorie di colture si osserva che la maggiore perdita stimata si è avuta nella classe dei seminativi, con 2 milioni di quintali, seguita dalle foraggere, dai frutteti, dai vigneti e dagli oliveti, con una perdita, rispettivamente, di circa 370.000, 220.000, 130.000 e 70.000 quintali di prodotti. La Regione con la perdita maggiore di produzione potenziale da aree precedentemente destinate a seminativi è la Lombardia, in cui si è registrata una perdita per il consumo di suolo di più di 540.000 quintali, seguita dal Veneto con 240.000 quintali di prodotti in meno. A livello regionale è comunque in atto una revisione generale in merito all’edificabilità e al contenimento del consumo di suolo, grazie alla Legge Regionale 14/2017 che si propone di revisionare la disciplina urbanistica sulla base della nuova coscienza ecologica e in relazione alla disposizione dell’unione Europea di azzerare il consumo di suolo entro il 2050. La norma si prefigge la rigenerazione urbana e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, nello sviluppo di tipologie edilizie urbane a basso impatto energetico e ambientale. La Giunta regionale ha approvato anche la definizione della quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio regionale e la sua ripartizione per comune.