Nei giorni scorsi la Giunta Regionale del Veneto ha approvato la deliberazione n. 238 del 2 marzo 2021 (pubblicata nel BUR n. 36 del 12 marzo 2021) contenente un nuovo pacchetto di misure straordinarie per la qualità dell’aria. Il provvedimento si è reso necessario per rispondere alla sentenza del 10 novembre 2020 della Corte di Giustizia europea che condanna lo Stato Italiano per la violazione sistematica e continuata delle disposizioni della direttiva 2008/50/ce. Tutte le Regioni del cosiddetto “Bacino Padano” (Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna), al fine di ridurre nel più breve tempo possibile i livelli di inquinamento da particolato, e anche di evitare una sanzione pesantissima (stimata in 3 miliari di euro), hanno dovuto correre ai ripari adottando tempestivamente interventi addizionali rispetto a quelli finora posti in atto.
Secondo Arpav, il settore agricoltura contribuisce alle emissioni di PM10 per un 20% delle emissioni complessive (soprattutto di origine secondaria cioè a causa della produzione di ammoniaca, precursore del PM10). Gli altri settori responsabili delle emissioni sono le residenze (32% per l’emissione primaria dovuta alla combustione della biomassa legnosa) e il trasporto su strada (24% per la produzione dei precursori Nox).
Con il “Piano straordinario per la qualità dell’aria” adottato nei giorni scorsi dalla Regione Veneto e già vigente, analogamente da quanto fatto dalle altre regioni, sono state introdotte nuove limitazioni nel periodo 1° ottobre-30 aprile, che saranno estese a tutta la pianura veneta (sono escluse le aree delle “Prealpi e delle Alpi”). Ai tre settori ritenuti responsabili dell’inquinamento -e in particolare all’agricoltura- sono state imposti anche adeguamenti strutturali molto onerosi.
Agricoltura e zootecnia Le azioni previste per il nostro settore si suddividono in 3 ambiti: divieto di spandimento di liquami e assimilati senza interramento in condizioni di allerta superiore a verde, copertura delle vasche di stoccaggio dei liquami zootecnici e incentivazione dell’interramento immediato dei liquami e di concimi a base di urea durante le operazioni di spandimento al campo. Gli agricoltori (maggiormente interessati sono gli allevatori di bovini e di suini) verranno sostenuti con incentivazioni rivolte all’acquisto di attrezzature per interramento immediato dei liquami e dei concimi ma soprattutto per alla copertura delle vasche di stoccaggio dei liquami, ciò in continuazione di quanto già previsto dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR).
Riscaldamento a biomasse – E’ previsto il divieto di continuare ad utilizzare generatori a biomassa con una classe di prestazione emissiva inferiore alle 3 stelle (comporta di fatto il divieto di utilizzo di circa 350’000 impianti, tra stufe e cucine a legna, caminetti aperti, inserti e caldaie con età di installazione approssimativamente superiore ai 10 anni). A questi si aggiunge il divieto di utilizzo anche degli apparecchi a 3 stelle durante i periodi di allerta superiori a verde.
Traffico: le azioni si concentrano sull’incentivazione dello svecchiamento del parco veicolare e
sulla limitazione del numero totale dei veicoli in circolazione, a cui si aggiungerà l’adozione di misure restrittive durante gli episodi più critici di inquinamento.
Confagricoltura Veneto nelle scorse settimane è intervenuta in più occasioni nei confronti con la Regione per cercare di contenere gli oneri e le limitazioni a carico dell’attività agricola. Ma anche per chiedere adeguato sostegno economico per la realizzazione degli investimenti imposti dalle nuove disposizioni. Notevole è infatti lo sforzo di adeguamento richiesto alle aziende di allevamento. Per maggiore chiarezza riportiamo in allegato la sintesi delle misure straordinarie per limitare l’inquinamento dell’aria riferite a ciascun settore.