L’Italia vieta per decreto le semine di mais Mon810 prodotto da Monsanto. Il provvedimento è stato firmato dai ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, dell’Ambeinte, Andrea Orlando, e delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, con l’obiettivo di “colmare un vuoto normativo dovuto alle recenti sentenze della Corte di Giustizia europea”. Sentenze secondo cui un paese membro non può vietare la coltivazione di varietà geneticamente modificate già autorizzate dalla Commissione Ue. “La nostra agricoltura si basa sulla biodiversità e sulla qualità – spiega De Girolamo e su queste dobbiamo continuare a puntare, senza avventure che dal punto di vista economico non ci vedrebbero competitivi. Il decreto è solo il primo elemento, quello più urgente, di una serie di iniziative con le quali definiremo un nuovo assetto nella coltivazione di Ogm nel nostro paese”. Il riferimento è all’applicazione della clausola di salvaguardia, sollecitata anche dal Parlamento e dalle Conferenza delle Regioni, che un paese della Ue può invocare per vietare le coltivazioni Ogm in caso di pericoli reali per l’uomo o l’ambiente. Tale procedura è stata adottata da Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria. Mentre sono cinque i Paesi che producono Ogm per un totale di 129mila ettari: capofila la Spagna con oltre 116mila ettari, seguita da Portogallo, Repubblica ceca, Slovacchia e Romania. Numeri trascurabili rispetto ai 170 milioni di ettari coltivati nel mondo.

Critica la Confagricoltura. “Non si può far parte dell’Europa a singhiozzo – sottolinea il presidente Mario Guidi –  i divieti e il bavaglio alla scienza probabilmente nascono dalla paura che le ricerche possano dimostrare che la coesistenza è possibile. Studiare, sperimentare e conoscere non ha mai fatto male a nessuno ed è alla base del progresso”.

Questo provvedimento sposta indietro le lancette di oltre dieci anni quando il governo Amato vietò l’import di tre tipologie di mais Ogm che poi sentenze avverse in Italia e in Europa fecere decadere. Ancora una volta si ricorre ad argomentazioni ideologiche e anacronistiche senza considerare il potenziale produttivo dell’innovazione e il suo ruolo per la valorizzazione delle filiere italiane dei formaggi e dei prosciutti Dop che esistono anche grazie ai mangimi Ogm. Non è chiaro perché si possano importare mais e soia Ogm per alimentare bovini e suini mentre non si possano coltivare in Italia aggravando la crisi di competitività delle imprese.