L’impennata dei costi dell’energia elettrica e del gas si abbatte anche sul settore delle agroenergie. Il Decreto Sostegno Ter, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale a fine gennaio, prevede infatti un taglio ai guadagni derivanti dai ricavi sulla vendita di energia da impianti da fonti rinnovabili, maturati tra il 1° febbraio e il 31 dicembre 2022.

Una misura inaccettabile secondo Giovanni Musini, presidente della sezione Bioeconomia di Confagricoltura Veneto, che mette il freno a un settore che, nello scorso decennio, era partito con grande entusiasmo e investimenti da parte degli agricoltori veneti. “Ci risulta incomprensibile la decisione del governo che, nel tentativo di tamponare i costi schizzati alle stelle di energia elettrica, si rivale sui produttori di agroenergia. È una mossa che frenerà gli investimenti sulle rinnovabili, dato che le linee guide europee e nazionali spingono sulla sostenibilità e sulla necessità di ridurre l’impatto ambientale delle emissioni. Un comportamento, quindi, contraddittorio: da un lato ci dicono che bisogna implementare le rinnovabili e dall’altro tolgono una parte della marginalità. E tutto questo in un momento difficile per il comparto, dato che la tassazione sul biogas è quadruplicata e tutti i costi di produzione relativi alle materie prime si sono impennati”. La situazione crea sconforto e sfiducia negli operatori del settore, tra i quali ci sono molte aziende agricole, mentre si è in attesa dei decreti attuativi del Pnrr, che dovrebbero arrivare entro la fine di marzo, relativi agli incentivi sul biometano. “Stiamo aspettando di capire se ci sarà un quadro migliorativo che porti a una maggiore remunerazione e, soprattutto, a certezze sulla produzione di agroenergie – spiega Musini -. Siamo in attesa anche del bando sul parco agrisolare, che incentiva l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici a uso produttivo dei settori agricolo e zootecnico. L’installazione dei pannelli fotovoltaici dovrà avvenire con la contestuale riqualificazione delle strutture oggetto di intervento mediante la rimozione dell’amianto sui tetti, o il miglioramento della coibentazione e dell’areazione delle coperture oggetto di intervento. Agli interventi realizzati verrebbe riconosciuto un incentivo in conto capitale”.