Battaglia Terme, 4 luglio 2024–  Due grandi canali per far defluire l’acqua in eccesso dai terreni agricoli e scaricarla nell’Adige. E’ il progetto di interconnessione idraulica illustrato ieri da Michele Zanato, presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, durante l’assemblea di Confagricoltura Padova a Battaglia Terme. Una soluzione per il futuro, in grado di prevenire futuri allagamenti nei campi del Basso Padovano, in caso di piogge torrenziali come quest’anno.

“Il progetto, condiviso da 26 sindaci, è stato  approvato dalla Regione ed è già cantierabile – ha spiegato Zanato -.In sostanza, si tratterebbe di scavare un canale lungo quattro chilometri dall’idrovora Cavariega, che si trova a Vighizzolo d’Este, all’Adige e un altro di due chilometri da Ca’ Giovannelli di Stroppare di Pozzonovo al fiume. I tempi di esecuzione sarebbero veloci, cioè un paio di anni. Al momento, però, dobbiamo ancora reperire i finanziamenti per far fronte ai circa 70 milioni di euro di costo”. Accantonato, per ora, il progetto di ripulire il Fratta Gorzone: “Servono troppi soldi e molti sarebbero anche i problemi ambientali che deriverebbero dal movimentare i fanghi del sedime”, ha motivato il presidente.

Zanato, insieme agli altri presidenti dei consorzi di bonifica territoriali e ai consiglieri regionali Vanessa Camani, Giuseppe Pan, Enoch Soranzo ed Elisa Venturini, ha preso parte alla tavola rotonda su “Siccità e alluvioni: le criticità del territorio, le difficoltà degli agricoltori, le possibili soluzioni”, tema scelto quest’anno da Confagricoltura per la parte pubblica dell’assemblea annuale, alla luce degli eventi estremi che si ripetono sempre più spesso sul territorio, con danni enormi per l’agricoltura.

“In tre giorni, dal 14 al 17 maggio, in alcune aree della provincia di Padova e del Vicentino sono caduti oltre 200 millimetri di acqua, creando situazioni di emergenza idrica e piene dei fiumi – ha detto in apertura Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova -. La Bassa Padovana e alcuni Comuni dei Colli Euganei sono soggetti da quindici anni a ripetuti allagamenti, che impongono la necessità di realizzare opere fondamentali per la sicurezza idraulica. Alle aziende dobbiamo dare una risposta: o si riseziona il Fratta Gorzone, o si finanzia il progetto di interconnessione idraulica per scaricare l’acqua piovana nell’Adige. Se nulla di questo verrà attuato, allora si devono trovare i soldi per indennizzare gli agricoltori”.

Barbetta ha ricordato anche l’anno orribile della siccità, il 2022, quando caddero meno di 600 millimetri di pioggia nell’arco dei dodici mesi. “Si è fatto un gran parlare, in seguito alla situazione di crisi, di bacini per la raccolta dell’acqua, che poteva servire anche nei momenti di piena, ma molti progetti sono in stand by o per mancanza di fondi o perché non c’è accordo tra le Regioni”, ha detto.

Andrea Crestani, direttore di Anbi Veneto, l’associazione regionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio, ha confermato il quadro critico della regione, dovuto a cambiamenti climatici che conducono a situazioni meteo estreme e repentine. I presidenti dei quattro consorzi di bonifica – oltre a Zanato, Paolo Ferraresso per il Bacchiglione; Enzo Sonza per il Brenta; e Francesco Cazzaro per l’Acque Risorgive – hanno confermato la difficoltà di reperire fondi. Nonostante lo scorso anno la Regione del Veneto abbia presentato al Ministero dei trasporti e delle infrastrutture un piano anti-siccità con sei interventi prioritari per il valore di 400 milioni di euro, alcuni interventi sono al palo. Fermo, per mancanza di risorse, il progetto per lo sbarramento del fiume Brenta, che sarebbe molto importante per un’ampia parte della provincia. Al palo anche la realizzazione della diga del Vanoi, intervento contestato che ha aperto un fronte di discussione tra Veneto e Trentino. Intervento finanziato è invece quello della barriera antisale a Cavanella d’Adige, per garantire la potabilità della risorsa idrica. Infine, notizia di oggi, finanziati tre nuovi invasi a Sagrede in Comune di Vo’, a Barbegara di Correzzola e in località Ca’ Bianca di Chioggia.