Martedì 17 Novembre a Padova sono riprese le manifestazioni di protesta e di sensibilizzazione pubblica degli allevatori veneti di Confagricoltura e di Cia per ottenere un giusto prezzo del latte alla produzione, oggi inferiore a 34 centesimi il litro. Oltre 200 produttori hanno manifestato in Piazza Garibaldi distribuendo latte, yogurt e formaggi ai cittadini di padovani e hanno incontrato le istituzioni e la stampa per chiedere sostegno alla produzione italiana.
Accanto ai nostri agricoltori, capitanati dal Presidente Regionale Lorenzo Nicoli e dal Presidente della sezione lattiero casearia Fabio Curto, hanno partecipato alla protesta anche l’Assessore Regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan e alcuni consiglieri regionali dell’opposizione.La settimana scorsa infatti al tavolo delle trattative convocato dal Ministro Martina, l’industria lattiero-casearia, rappresentata da Assolatte, ha offerto un solo centesimo in più. Troppo poco, in quanto si resterebbe nettamente sotto il costo di produzione, che si calcola intorno ai 40 centesimi.
I produttori di latte veneti sono scesi in Piazza sostenuti dalla cooperazione, perché vogliono convincere l’industria di trasformazione e grande distribuzione dell’importanza delle stalle italiane, perché con loro morte soccomberebbe tutta la filiera.

Le stalle italiane producono infatti latte di qualità insostituibile, sia per i controlli che vengono garantiti nel nostro Paese sia perché il nostro latte è fondamentale per la realizzazione dei grandi formaggi italiani DOP (formaggi a denominazione di origine protetta come Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Asiago, Montasio). Inoltre va ricordato che nel nostro Paese si produce soltanto il 65% del fabbisogno nazionale: importiamo infatti 85 milioni di quintali e ne produciamo 110 milioni.
L’industria lattiero-casearia e la grande distribuzione non possono soffocare con un prezzo insostenibile quel che resta della zootecnia da latte italiana, perché essa rappresenta una risorsa importante anche per loro, per la loro attività e per le loro esportazioni. Il comparto lattiero-caseario produce infatti al consumo un valore di 28 miliardi di euro ed occupa 180mila lavoratori.

Non può -secondo gli agricoltori- un settore strategico come quello lattiero-caseario essere sottoposto alla volontà dominante di un solo gruppo industriale. Lactalis, dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali come Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli, è infatti diventata la prima industria italiana del settore detenendo un terzo del mercato nazionale del latte a lunga conservazione (il 34% della mozzarella, il 37% dei formaggi freschi e quasi il 50% della ricotta). Va perciò fatta chiarezza anche sul rispetto della libera concorrenza.

L’Assessore Pan, al termine della manifestazione, ha dichiarato: “Solo se da Roma arriveranno aiuti concreti ai produttori per abbattere i costi di gestione si può sperare di ridurre la forbice tra costi e prezzi e di difendere la qualità del latte italiano e dell’intera filiera lattiero casearia. Mi auguro che il dialogo tra ministero, produttori e industria sul prezzo del latte riprenda rapidamente e faccia passi avanti. Il governo nazionale e l’Unione europea devono affrontare con più convinzione il problema della tutela dell’anello più debole della filiera del latte”.