Sono forti le preoccupazioni sul futuro dello zucchero europeo espresse dalla Confederazione internazionale dei bieticoltori europei (CIBE) e rilanciate da Confagricoltura.
In Italia, le superfici di barbabietole da zucchero in 11 anni si sono contratte del 62%, e per questo Confagricoltura aveva chiesto alle istituzioni comunitarie di attivare al più presto misure eccezionali. Negli ultimi due anni non sono state adottate misure per il settore scosso da forti turbolenze, trasferendo più di due miliardi di euro dai produttori e dalle industrie agli utilizzatori di zucchero.
Su richiesta del ministro delle Politiche agricole alimentari forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio, alla fine dello scorso anno, si è insediato a Bruxelles un gruppo ad alto livello che finora, però, non ha fornito indicazioni e proposte per far uscire lo zucchero dalla crisi.
Il Cibe ha denunciato una perdita pari al 30% sul reddito dei produttori europei, nonostante il livello più alto di produzione e qualità delle loro barbabietole. Dopo l’Italia è ora l’intero settore dello zucchero europeo in profondo rosso. La crisi, innescata dai bassi prezzi, ha colpito i paesi principali produttori nella UE, tanto che il gruppo tedesco Sudzucker ha annunciato la chiusura di cinque zuccherifici in Europa, di cui due in Francia. Le preoccupazioni del presidente di Confagricoltura sono condivise dal presidente dell’Associazione nazionale bieticoltori (ANB) Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi: “Da tempo prevedevamo la crisi del settore, che ora non è più solo un problema italiano, ma anche europeo, sul quale sia il Mipaaft sia le nostre Organizzazioni hanno gli occhi ben puntati, ma sul quale invece manca una risposta concreta e attiva delle Istituzioni europee”. Anche per questo ANB sta mettendo in campo nuove strategie, come il progetto per la valorizzazione dei sottoprodotti delle polpe a fini energetici.