Ancora terreni allagati nella Bassa Padovana
Una settimana di sofferenza per il territorio della Provincia di Padova, in particolare per molte aree della Bassa Padovana dove molti terreni sono ancora allagati per le abbondanti precipitazioni del 15 e 16 maggio a cui si sono aggiunte le piogge dei giorni scorsi. Migliaia di ettari inondati si trovano nei comuni di Montagnana, Casale di Scodosia, Borgo Veneto, Megliadino San Vitale, Urbana, Vighizzolo, Piacenza D’Adige, Este, Ospedaletto Euganeo, Merlara, Castelbaldo, Sant’Urbano e Lozzo Atestino. Nell’Alta Padovana ricordiamo l’alluvione di oltre 400 ettari a Rustega di Camposampiero per la rottura dell’argine del Muson dei Sassi. E poi allagamenti puntuali si sono verificati in molte altre località della Provincia, da Nord a Sud, passando per i Colli Euganei interessati da rovinosi fenomeni franosi. Non abbiamo ancora una stima precisa dei danni all’agricoltura, ma crediamo che siano ben oltre i 10 milioni di euro. Nei terreni coperti di acqua i cereali autunno vernini sono andati perduti, come pure le bietole e il mais. La soia potrà essere riseminata quando i campi si asciugheranno, ma le condizioni di fertilità dei terreni rimasti sono fortemente compromesse. Anche alcuni allevamenti, ricordiamo, sono stati interessati dalle inondazioni, subendo disagi e danni.
Oltre alle perdite della campagna agraria, preoccupa la ricorrenza di questi fenomeni estremi. Alcune aree della Bassa Padovana dovrebbero essere trattate, e perciò indennizzate, come bacini di contenimento delle acque in eccesso. E invece sono tenute a pagare i contributi di bonifica. Il problema strutturale più grave dell’area è da ricercare nella ridotta capacità idraulica del canale Fratta-Gorzone, il cui alveo si è fortemente ridotto nel corso degli anni. Se riscavato aumenterebbe la capacità d’invaso e, nello stesso tempo, anche la capacità di deflusso. Si parla tanto di invasi, ma i primi invasi che vanno resi efficienti sono i corsi d’acqua esistenti: dalle scoline, ai fossati, dai canali di scolo ai fiumi. Il Fratta Gorzone purtroppo rappresenta un esempio emblematico e drammatico di incuria e di inefficienza del sistema idraulico di scolo che interessa una parte importante della provincia di Padova. Del progetto di scolo diretto nel Fiume Adige nei momenti di emergenza, presentato alla Regione dal Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, purtroppo non abbiamo più notizia.
Come associazione ci prodigheremo per ottenere attenzione della politica rispetto al problema idraulico e anche risorse finanziarie per mettere in sicurezza il territorio. Per ora stiamo cercando di attivare tutti gli strumenti per far arrivare alle aziende danneggiate i giusti indennizzi per i danni che hanno subito.