Partecipato e di spessore il Convegno che ha visto un confronto schietto dei produttori veneti con l’europarlamentare on.le Herbert Dorfmann, il sottosegretario on.le Giuseppe Castiglione, l’Assessore Regionale Franco Manzato e il ricercatore Alberto Menghi

Le problematiche del dopo “quote latte” sono riuscite a unire gli allevatori che, indipendentemente dall’Organizzazione sindacale di appartenenza, hanno partecipato numerosi all’importante Convegno che si è tenuto lunedì 9 febbraio a Treviso presso la sala riunioni di Confagricoltura. Hanno partecipato, infatti, allevatori provenienti dalle provincie venete e tanto è stato l’interesse, che il Convegno si è protratto sino al primo pomeriggio con un franco e schietto confronto con gli illustri relatori.
Il Presidente della Sezione Economica regionale del latte di Confagricoltura Veneto Fabio Curto, ha introdotto l’incontro affermando che gli allevatori, a due mesi dal termine del sistema delle quote latte, non hanno ancora le risposte che necessitano per programmare la loro attività e che molte sono le preoccupazioni per il loro futuro.
Nel portare il saluto di Confagricoltura Veneto il Presidente Lorenzo Nicoli ha manifestato la notevole preoccupazione del settore primario su quanto sta succedendo in Italia da una quindicina d’anni con un progressivo abbandono di settori produttivi strategici, come ad esempio la produzione della barbabietola da zucchero, e teme che la stessa cosa possa accadere per la zootecnia da latte.
Il noto esperto e ricercatore del settore Alberto Menghi ha approfondito, con valutazioni statistiche e ricerche del comparto, le dinamiche della produzione e dei prezzi del latte sia a livello mondiale, europeo, nazionale e regionale. Il quadro per la produzione italiana e veneta è allarmante in quanto se trent’anni fa, quando furono introdotte le quote latte, il prezzo del latte italiano era il doppio degli altri Paesi fuori dell’Europa, ora il prezzo è pressoché uguale.
Secondo Menghi se nel 2013, dopo un paio di anni di crescita il prezzo del latte a livello europeo era di 40,60 € al quintale, nel periodo di riferimento dell’anno 2014 è sceso vertiginosamente a €33 al quintale a causa del surplus di produzione mondiale e in particolare da parte della Nuova Zelanda e dagli USA. Ciò sta mettendo in grossa difficoltà i nostri prodotti lattiero caseari anche DOP come il grana che è passato dagli 11 € ai 7,5 al kg.
L’atteso intervento dell’eurodeputato Herbert Dorfmann, componente della Commissione Agricoltura, ha informato che recentemente la Comunità Europea si è dotata di uno strumento di monitoraggio sull’osservatorio sui prezzi e ritiene che il calo del prezzo sia dovuto al blocco di esportazione verso la Russia, al rallentamento delle esportazioni verso la Cina e i Paesi asiatici e al calo dei consumi anche in Europa. Considerato che la scelta del termine delle quote sul latte è un dato di fatto, ha illustrato alcuni interventi che possono aiutare io settore. Per l’on.le Dorfmann il “Pacchetto latte” prevede degli interventi volti al controllo dei volumi produttivi DOP a lunga stagionatura e che sarebbe un errore attuare un intervento sul prezzo perché così facendo si incentiverebbero ancor di più i Paesi che hanno grandi capacità produttive. Inoltre non bisogna illudersi che soluzioni come l’etichettatura sul latte alimentare sia la soluzione del problema in quanto, dalle indagini effettuate a livello europeo, confermate anche dalla relazione del dr. Menghi, il consumatore si dice interessato alla qualità e all’origine del prodotto, ma poi acquista guardando al prezzo del prodotto. Secondo l’on. Dorfmann bisogna concentrare il prodotto puntando a prodotti DOP e di qualità, unire nella filiera gli attori e andare verso i Paesi che hanno possibilità di acquisto come nei mercati statunitensi e canadesi.
Per gli allevatori di montagna bisogna intervenire con un sostegno diretto sul produttore. Un primo passo di valorizzazione dei prodotti di questa area è stata fatta con l’introduzione del marchio europeo “Latte di montagna e altri interventi devono essere attuati sia agendo sull’attuazione della PAC.
L’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato ha riassunto gli interventi che saranno attuati trami il prossimo P.S.R. “ Abbiamo puntato a sostenere l’impresa agricola e a tal fine abbiamo spostato le risorse che nella scorsa programmazione erano di 450 milioni a 850 milioni che sono stati tolti a finanziamenti che nel passato erano destinati a beneficiari pubblici o parapubblici. Ai primi di marzo ci sarà un summit sul “dopo quote” con i rappresentanti di tutto il mondo agricolo.”
Per il sottosegretario on.le Giuseppe Castiglione: “Ringrazio di questa occasione che mi permette di confrontarmi con la realtà territoriale. Già con l’on. Dorfmann abbiamo affrontato alcune questioni. Secondo il Governo l’agricoltura non è solo produzione alimentare, ma è anche ambiente e assetto del territorio ed idrogeologico. Sul piano rischio climatico nazionale ci sono dei fondi che potranno entrare in gioco anche nel settore primario.
Bisognerà certamente intervenire sulla volatilità dei prezzi e sui problemi che oggi sono emersi. Mercoledì prossimo è stato convocato un Tavolo con tutta la filiera per ottimizzare le risorse che sono in campo”
E’ seguito un animato dibattito che ha messo in luce le reali e giornaliere problematiche del settore zootecnico dove vari allevatori hanno sottoposto alle autorità presenti le problematiche relative ai costi crescenti di produzione, l’asfissiante burocrazia, etc.
Nella chiusura dell’incontro, il Presidente della Confagricoltura Treviso Lodovico Giustiniani ha sollevato il problema della rappresentanza, ai vari livelli, del mondo agricolo segnalando come in vari casi le vere problematiche del settore sono passate in secondo piano e come sia stata sconcertante l’esclusione delle Associazioni Allevatori di Treviso e di Padova dall’ AIA.
Molti dei quesiti posti, così come le proposte che sono emerse, saranno ripresi nei prossimi giorni ai vari livelli istituzionali e sindacali.