Confagricoltura condivide l’intento perseguito dal nuovo disegno di legge che punta a contrastare il caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura, a patto che non vada a colpire, sulla base di mere violazioni formali, le aziende che assumono in modo regolare i dipendenti.
Il provvedimento, già approvato dal Senato e ora al vaglio della Camera, va a modificare l’articolo 603 bis del Codice penale, introducendo pene pesanti per chi recluta in modo irregolare dei lavoratori e per chi li sfrutta .
Però il disegno di legge considera sfruttamento del lavoro anche violazioni di minore importanza, come la corresponsione di retribuzioni difformi dai contratti collettivi di lavoro, oppure la violazione della normativa relativa in materia di orario di lavoro, ferie, permessi, periodi di riposo, aspettativa, sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro. Basta anche un solo indice di sfruttamento per far scattare la sanzione penale o la reclusione, oltre alla possibilità per il giudice di disporre il sequestro dell’azienda. Così anche per i datori di lavoro che assumono regolarmente i propri dipendenti possono scattare pesanti conseguenze sanzionatorie se incorrono in qualche mancanza nella gestione dell’orario di lavoro, come ad esempio gli straordinari o le ferie. Si rischia, insomma, di trattarli con lo stesso rigore punitivo che viene riservato a chi, con violenza e minaccia, sfrutta i lavoratori e li sottopone a trattamenti degradanti e disumani”.
Confagricoltura auspica che le due Camere del Parlamento concordino tempestivamente le opportune modifiche affinché esca una legge giusta orientata a colpire i veri sfruttatori e a tutelare il lavoro regolare.