Lo scorso 10 settembre è stata ritrovata in Germania nel Brandeburgo una carcassa di cinghiale affetto da Peste Suina Africana. La comparsa in Germania della Peste Suina Africana costituisce un allarme che deve richiedere un rafforzamento delle misure di controllo e contenimento di questa pericolosa malattia animale e anche una particolare attenzione alle possibili conseguenze sul mercato.

La Germania è il primo Paese produttore di carni suine in Europa, con quasi un quarto di carne prodotta sul totale.

Purtroppo la malattia prosegue la sua diffusione mettendo drammaticamente a rischio gli allevamenti europei, pur non essendoci alcun rischio per i consumatori.

La Germania ha già circoscritto le zone interessate e confidiamo che ci sia uno stretto controllo per evitare ulteriore diffusione, in particolare curando l’abbattimento dei cinghiali creando zone “cuscinetto”.

L’Italia da inizio anno ha attivato un piano di sorveglianza e prevenzione della PSA, approvato dalla Commissione europea, che le Regioni stanno gradualmente implementando e che va applicato quanto prima con massimo rigore, anche contenendo le specie selvatiche.

È necessario inoltre monitorare gli effetti sul mercato della notizia di questi giorni. Dopo la conferma della PSA in Germania infatti, diversi paesi hanno già annunciato la chiusura dei loro confini alla carne e ai prodotti a base di carni suine di questo paese. Tra questi ci sono Cina, Corea del Sud, Singapore, Giappone e Argentina.
Questo può tradursi in un eccesso di offerta sul mercato interno che potrebbe deprimere le quotazioni. Un’eventualità che per Confagricoltura va assolutamente evitata. Il settore suinicolo in Italia vanta un fatturato di circa 3 miliardi di euro per la fase agricola e di circa 8 miliardi di euro per quella industriale, incidendo per il 5,8% sul totale agricolo e agroindustriale nazionale. Operano nel comparto circa 25.000 aziende agricole che gestiscono 8,3 milioni di capi, e circa 3.500 aziende di trasformazione. La produzione di carne si aggira intorno a 1,45 milioni di tonnellate. L’Italia è il settimo Paese produttore nella UE.