Prove di laboratorio sugli effetti degli insetticidi e attività sperimentali sul campo per misurare gli effetti dell’introduzione di possibili insetti antagonisti per limitare i danni della cimice asiatica: la Regione Veneto ha affidato questi due compiti al Dipartimento di agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente dell’Università di Padova, rinnovando la convenzione avviata nel 2016 con l’ateneo patavino e impegnando per il prossimo biennio altri 72 mila euro per dare continuità agli studi su forme di controllo chimico e biologico del vorace insetto.

La cimice asiatica sta creando notevoli danni alla frutticoltura ed ora sembra interessare anche le piante di noci, oltre a vigneti e oliveti. Gli studi prodotti sinora sulle possibili strategie di contenimento dei danni hanno individuato l’efficacia, anche se parziale, delle reti con funzione antinsetto posizionate negli appezzamenti.  Si sta verificando, per ora a livello di laboratorio, anche l’efficacia dell’introduzione di alcuni insetti antagonisti (parassitoidi). In particolare, l’Anastatus bifasciatus, una sorta di formica alata autoctona dello stesso ordine delle vespe e dei calabroni, ed il Trissolcus mitsukurii, insetto parassitoide di origine asiatica e recentemente trovato in Italia il cui potenziale di contenimento sulla cimice è ancora da verificare.  Questi parassitoidi depongono le uova all’interno delle uova della cimice asiatica uccidendole e di conseguenza riducendo la capacita riproduttiva dell’insetto nocivo.

L’incarico affidato ai ricercatori del Dipartimento DAFNAE. dell’Università di Padova è di verificare in laboratorio l’effetto delle miscele insetticide e di monitorare in campo l’efficacia dei due imenotteri antagonisti. I dati raccolti nei frutteti oggetto di lanci saranno messi a confronto con quelli degli altri frutteti, in modo di stabilire in maniera scientifica la reale efficacia di questi parassitoidi.