Le catture e gli abbattimenti dei cinghiali nei Colli Euganei sono fermi da gennaio, e il numero degli ungulati presenti è in continua crescita, con conseguenti danni alle produzioni agricole e disagi alla popolazione, come abbiamo più volte evidenziato ai responsabili del Parco, della Provincia e della Regione. Nessuno sa quanti sono esattamente gli animali, si può solo ipotizzare che nell’area protetta scorrazzino fra i 2 e i 3 mila capi. Dopo un grave ritardo nella ripresa degli abbattimenti, giustificato dalla mancanza di finanziamenti regionali, fortunatamente da lunedì 24 agosto è stato ripreso il contenimento degli animali, inoltre sono stati riattivati i chiusini, che permettono di intrappolare i soggetti più giovani.
La notizia è stata data in modo ufficiale dal presidente del Parco e dal sindaco i Arquà Luca Callegaro, e dal consigliere provinciale con delega all’agricoltura, Vincenzo Gottardo. Sono quindi tornati in azione i 15 selecontrollori che hanno seguito i corsi specifici per i cinghiali degli Euganei. Con loro ci saranno 4 operai del Parco, assunti esclusivamente per l’operazione di eradicazione della specie. L’ente ha destinato circa 40 mila euro, pescando fondi propri dal portafogli amministrativo, per riportare sul campo le squadre specializzate. Privati e operai avranno al loro fianco anche due agenti della polizia provinciale, che saranno distaccati nella zona collinare. Oltre agli abbattimenti e alle catture con i chiusini, si dovrebbero togliere, secondo i responsabili del Paeco almeno 700 animali all’anno dai Colli.
Noi siamo meno fiduciosi, visti i ritardi e la lentezza della pubblica amministrazione rispetto alla potenzialità che i cinghiali hanno di riprodursi e di fare danni. Molti sono gli associati che ci scrivono e ci chiedono di seguire con attenzione il problema. L’associazione perciò monitorerà l’evolversi di contenimento e cercando di mettere insieme tutte le associazioni agricole in un’azione comune. Il problema è grave e difficile, ma va risolto una volta per tutte.