“Le misure dell’Unione europea sono insufficienti. Non ci arrendiamo e andiamo avanti”.

Dicono no, i produttori di latte di Confagricoltura Veneto, alle offerte srotolate sul tavolo dal Consiglio dei ministri della UE, che nei giorni scorsi a Bruxelles ha preso in esame la grave crisi che attanaglia alcuni comparti agricoli, tra cui il lattiero caseario. Fabio Curto, presidente della sezione lattiero casearia di Confagricoltura Veneto, concorda con il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, che ha definito gli interventi della UE “privi di una visione strategica per affrontare la questione in maniera concreta e strutturale”.

“La misura annunciata da Bruxelles di ritirare 218 mila tonnellate di latte scremato in polvere e 100 mila tonnellate di burro aiuta l’industria di trasformazione, non gli allevatori – spiega Curto -. Non solo. Anche la riduzione volontaria della produzione di latte è un palliativo, che rischia di essere controproducente e squilibrare il mercato. Ben altro senso e impatto sulle nostre stalle a rischio chiusura avrebbe avuto un sistema di contingentamento delle produzioni, che noi abbiamo chiesto tramite il ministro Martina, che comporterebbe una riduzione annua di latte del 3 o 4 per cento rispetto all’anno precedente in cambio di un incentivo di aiuti, ad esempio 10 centesimi al litro. Per finanziare la misura sarebbero stati necessari 200 milioni di euro, che evidentemente la Ue non ha voluto investire”.

Confagricoltura saluta con favore la moratoria di 30 mesi dei debiti bancari degli allevatori grazie al protocollo d’intesa sottoscritto nei giorni scorsi dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e il presidente dell’Abi (Associazione bancaria italiana) Antonio Patuelli per il rilancio del settore lattiero caseario. L’accordo prevede il meccanismo per la sospensione dei pagamenti dei mutui sottoscritti dalle imprese allevatoriali, attraverso le misure del Fondo latte per la ristrutturazione dei debiti degli allevatori del Ministero e l’Accordo per il Credito 2015.

Per il resto tutto è rimandato al prossimo Consiglio europeo di aprile, che tornerà ad affrontare la questione. “Nel frattempo non staremo a guardare e ci faremo sentire con altre iniziative, che ci auguriamo vedano finalmente compatte tutte le associazioni agricole, come chiesto a gran voce dagli allevatori nell’incontro regionale della settimana scorsa a Vedelago”.