Il Piano Strategico Nazionale PAC 2023-2027, notificato il 31 dicembre 2021, nel definire gli impegni inerenti alla Condizionalità rafforzata, con riferimento alla BCAA 7, stabilisce l’obbligo della rotazione colturale sui seminativi per preservare la fertilità integrale del suolo. In altre parole, si obbligano gli agricoltori ad effettuare la rotazione annuale delle colture sui seminativi, con alcune eccezioni (colture sommerse, condotte con metodo biologico, in aree montane e svantaggiate ma anche per le aziende con sino a 10 ettari di seminativo, con più del 75% di superficie agricola a prati permanenti leguminose, piante erbacee da foraggio o a riposo…).
Se guardiamo alla principale coltura del Veneto per estensione e alla sua funzione di produzione di unità foraggiera, fondamentale per l’intera Filiera Zootecnia nel suo complesso, senza dimenticare la produzione di energia rinnovabile, la produzione di mais viene notevolmente compromessa da una tale norma, così come quella del frumento tenero e dei cereali autunno vernini. Per le nostre aziende, siano esse cerealicole che ad indirizzo zootecnico da carne, da latte o strutturate per la produzione energetica, la coltivazione del mais, da granella o per la produzione di insilato, rappresenta una percentuale che va dal 40% al 75% per le superfici di primo raccolto e del 90/100% per le superfici in secondo raccolto.
Da una lettura dell’Allegato II, Norme sulla Condizionalità di cui all’articolo 12 del “REGOLAMENTO (UE) 2021/2115 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 2 dicembre 2021 recante norme sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell’ambito della politica agricola comune (piani strategici della PAC) emerge la possibilità di derogare a tale divieto attuando, in alternativa, la “Diversificazione colturale”. Sulla base della diversità dei metodi di produzione e delle condizioni agroclimatiche, gli Stati membri possono a nostro avviso autorizzare, nelle regioni interessate, altre pratiche di rotazione colturale rafforzata con leguminose o di diversificazione delle colture, volte a migliorare e preservare il potenziale del suolo in linea con gli obiettivi della presente norma BCAA.
Confagricoltura Veneto ha perciò chiesto all’Assessore all’agricoltura di farsi portatore presso le sedi istituzionali opportune della possibilità di adottare, in alternativa alla rotazione, la pratica della “diversificazione” al fine di tutelare le produzioni cerealicole della Regione Veneto.