Da pochi giorni si è chiusa la domanda unica; AVEPA ha regolarmente ricevuto le 83.964 domande uniche e le 16.338 domande di superficie del nuovo PSR presentate dagli agricoltori del Veneto entro il termine del 15 giugno, per un totale di 100.302 domande pari ad un valore complessivo annuo che si aggira intorno al mezzo miliardo di euro.
Il grave ritardo con cui sono state definite le scelte a livello nazionale e la situazione disastrosa in cui versa il sistema di (non) coordinamento degli Organismi pagatori regionali determinata dalla gestione fallimentare dell’AGEA – che a tutt’oggi non ha ancora emanato tutte le circolari applicative necessarie, creando una situazione di incertezza insostenibile per un’impresa agricola che deve stare sul mercato – non hanno impedito all’AVEPA di completare con successo la fase di presentazione delle domande entro il termine previsto.
Il buon esito dell’operazione, tuttavia, è dipeso esclusivamente dall’organizzazione e dall’efficienza dell’Agenzia, che si è preparata, insieme ai Centri di assistenza agricola, per far fronte ad una scadenza fondamentale, seguendo un piano di lavoro che è stato puntualmente realizzato, ottenendo un risultato tutt’altro che scontato.
Nell’anno zero della nuova PAC, quando cioè la domanda unica contiene anche la richiesta di assegnazione dei nuovi titoli, oltre alla classica richiesta di pagamento del premio,  la confusione e l’incertezza create dalle circolari AGEA, non solo tardive e discordanti, ma anche continuamente modificate in corso d’opera, hanno rischiato di far saltare la presentazione delle domande.
Per evitare il peggio, tuttavia, è stato necessario discostarsi da alcune circolari AGEA, sulle quali permangono fondati ed inquietanti dubbi di conformità rispetto alla normativa comunitaria, come nel caso della domanda semplificata, uscita dal cilindro dell’AGEA a fronte della necessità di non arrecare danni finanziari direttamente agli agricoltori, dopo averne prodotti tanti ai contribuenti accumulando correzioni finanziarie per svariate centinaia di milioni di euro, tutte regolarmente pagate con i soldi dello Stato.
La “semplificazione forzata” in fase di presentazione della domanda costituirà infatti un onere operativo enorme in fase di completamento delle richieste che, allo stato attuale, non contengono gli elementi per poter essere lavorate. Nel momento in cui le domande presentate all’AVEPA – che non ha aderito alla domanda semplificata, ritenendola in contrasto con la normativa europea – entreranno nella delicata fase dell’assegnazione dei titoli di pagamento, potrebbero quindi essere “stoppate” in quanto i servizi informatici dell’AGEA, impegnati  a gestire i problemi creati dalle domande semplificate, non saranno in condizione di funzionare.
Per l’ennesima volta, gli agricoltori del Veneto rischiano di pagare sulla propria pelle il prezzo dell’inefficienza di una gestione dei contributi comunitari a livello nazionale che non solo dimostra un totale disinteresse verso i problemi e le esigenze delle aziende agricole, ma fa di tutto per deprimere e penalizzare l’efficienza chi lavora con impegno sul territorio per sostenere e promuovere un settore strategico per l’economia regionale: l’Agricoltura.