PER AGRINSIEME L’ACCORDO MORTIFICA ALCUNE FILIERE STRATEGICHE DELL’AGRICOLTURA ITALIANA

Il 27 maggio Mipaaf e Regioni hanno raggiunto un accordo politico sull’applicazione della riforma della Pac “verso il 2020” in Italia. Si tratta di un’intesa di massima, ma che fissa alcune scelte di fondo importanti, alcune delle quali non soddisfano per nulla le aspettative degli agricoltori del Veneto. La prima, fortemente contestata da Agrinsieme è la destinazione agli aiuti accoppiati dell’11% delle risorse, anziché del 15% (massimo previsto dal regolamento comunitario), limitando così i sostegni specifici al settore zootecnico e anche ai seminativi del nord Italia.
Purtroppo l’intesa delle Regioni non ha tenuto conto delle necessità di comparti importanti della nostra economia agricola, già penalizzati dall’impostazione della nuova Pac.
Pur non essendoci un testo scritto di riferimento, riportiamo di seguito le altre scelte adottate dalle Regioni d’intesa con il Ministro.
– Il valore dei titoli del 2015 sarà determinato sulla base delle somme pagare nel 2014 (non valore dei titoli in proprietà);
– Ci sarà una regione unica nazionale, il sistema di convergenza sarà parziale (al 2019 i titoli superiori alla media scenderanno massimo del 30% e quelli inferiori alla media saliranno fino al 60% della media), il greening sarà proporzionale (circa 60%) al valore del titolo;
– La soglia minima di contributo dovrebbe attestarsi su 300 euro al partire dal 2017;
– L’agricoltore attivo sarà richiesto per pagamenti superiori a 1250 euro e dovrà possedere l’iscrizione all’Inps, ma basterà anche avere la partita iva agricola;
– I pagamenti (di base) sopra i 150 mila euro verranno ridotti del 50% e quelli oltre i 500 del 100% (capping), anche se sarà possibile dedurre i costi della manodopera e quelli previdenziali.
Per quanto concerne i pagamenti accoppiati, questi saranno concessi con l’11% delle risorse (425 milioni) ai seguenti settori: latte bovino (con maggiorazione per le zone di montagna) per 84.6 milioni di euro; carne bovina (premio macellazione e linea vacca vitello) per 106.89 milioni di euro; ovini (piano “anti scrapie” e incentivi per agnelli IGP) per 15 milioni di euro; allevamento bufalini per 4 milioni di euro; piano proteine nazionale (soia al nord, proteoleaginose al centro e al sud con indicazione di incentivare anche il grano duro) per 95.19 milioni di euro; riso per 22.6 milioni; pomodoro da industria per 11.02 milioni; barbabietola da zucchero per 17.1 milioni; olio di oliva (premio base alle regioni con almeno il 25% di oliveti sulla SAU; maggiorazione per oliveti in zone in pendenza; maggiorazione in tutta Italia per olio di qualità e bio) per un totale di 70 milioni di euro.