“Sull’applicazione della direttiva europea sui nitrati deve aprirsi una nuova fase ed occorre un nuovo approccio integrato degli interventi, che tenga conto delle specificità e di tutti gli sforzi già fatti dagli agricoltori in questi anni, sulla base dei piani d’azione regionali, che hanno permesso di ottenere rilevanti miglioramenti della qualità delle acque superficiali e profonde”, ha detto il componente della Giunta di Confagricoltura Antonio Boselli, intervenendo al tavolo di confronto convocato dai Ministri delle Politiche Agricole e dell’Ambiente con le regioni e le organizzazioni agricole sul problema nitrati. “In quest’ottica assume una rilevanza fondamentale lo studio previsto dall’accordo stato-regioni del 5 maggio 2011, che dovrà individuare i processi di contaminazione delle acque da nitrati, anche sulla base del ruolo effettivo sull’inquinamento delle acque esercitato dalle diverse sorgenti di contaminazione da nitrati, compreso quella civile che fino ad ora è stata sottovalutata, ai fini dell’aggiornamento delle aree vulnerabili”. “I primi dati dello studio – ha proseguito – sono incoraggianti: nel 50% del territorio del bacino padano è stato evidenziato un basso grado di pericolo da inquinamento da nitrati; il contributo “prevalente” di natura zootecnica, interessa nella maggior parte dei casi non più del 10% delle superfici regionali. Per questo ora occorre accelerare la conclusione dello studio per procedere in termini rapidi alla revisione delle aree vulnerabili”. “Gli adempimenti vanno semplificati al fine di consentire una gestione dei nitrati di origine agricola, in modo responsabile e con minori vincoli burocratici per le aziende.