Nella seduta di ieri (Consiglio dei Ministri n. 25 del 31 luglio 2014) è stato approvato il documento che delinea le scelte nazionali dell’Italia per applicare la riforma della PAC “verso il 2020”.
L’approvazione è stata prevista con “deliberazione motivata” che consente al ministro Maurizio Martina di comunicare alla UE entro il termine di oggi, primo agosto, previsto dalla normativa comunitaria, le scelte nazionali adottate.
Il documento non si discosta in generale dalla nota che era stata dibattuta in Conferenza stato-regioni lo scorso 12 giugno e sulla quale non si era riusciti a trovare l’intesa a causa della posizione contraria della Regione Veneto. Come prevedono le procedure, decorsi trenta giorni, il Governo ha potuto adottare le linee politiche pur in assenza dell’intesa con tutte le Regioni.
Queste in estrema sintesi le scelte che sono state approvate:
Metodo di calcolo del diritto: Italia regione unica nazionale, convergenza sul “modello irlandese” (riduzione del 30% e premio minimo al 60% del valore medio), calcolo del valore iniziale dei titoli sul “pagato” del 2014, ammissibilità di tutte le superfici agricole.

  • Premio di inverdimento: calcolato in percentuale del diritto.
  • Soglia minima per la domanda: 250 euro per il 2015 e il 2016; 300 euro per il 2017.
  • Riduzione dei pagamento di base: -50% per le somme eccedenti 150.000 euro e -100% per la parte eccedente i 500.000 euro una volta applicata la riduzione del 50%.
  • Maggiorazione per i giovani: si precisa che sarà utilizzato l’1% del plafond pagamenti diretti salvo ricorrere alla riserva per eventuale ulteriori fabbisogni. Non si precisa il metodo utilizzato per il calcolo della maggiorazione.
  • Piccoli agricoltori: l’Italia ha deciso di applicare il regime fissando l’importo al livello dei pagamenti da assegnare ai beneficiari.
  • Agricoltori in attività: confermato lo schema per definire in attività gli IAP, CD, coloni e mezzadri iscritti all’Inps nonché i titolari di partita IVA che presentano dichiarazione annuale (tranne quelli con aziende in montagna e/o aree svantaggiate che possono non presentare la dichiarazione). Confermate anche la esclusione di banche, assicurazioni, intermediari commerciali e pubblica amministrazione nonché le due soglie di esenzione a 1.250 euro, aumentata a 5.000 euro per le aree montane e/o svantaggiate.
  • Aiuti accoppiati: destinato l’11% del plafond pagamenti diretti (nei primi due anni una media di 426 milioni di euro l’anno) con misure articolate in sottomisure relative ai seguenti comparti e con la rispettiva dotazione finanziaria:
    –       Zootecnia bovina da latte: 84,6 milioni di euro
    –       Zootecnia bovina da carne: 106,9 milioni di euro
    –       Zootecnia ovicaprina: 15 milioni di euro
    –       Settore bufalino: 4 milioni di euro
    –       Piano seminativi: premio soia al nord (10 milioni di euro); proteaginose e frumento duro al centro (30 milioni di euro); proteiche e frumento duro al sud e isole (55,4 milioni di euro); premio riso (22,6 milioni di euro); premio barbabietola da zucchero (17,1 milioni di euro); premio pomodoro da industria (11,2 milioni di euro)
    –       Piano colture permanenti: premio olivo (70 milioni di euro).