CONFAGRICOLTURA PARTECIPA ALLA CONFERENZA STAMPA DEL MAAP.

Da giovedì 7 agosto è iniziato l’embargo di un anno che si è imposto la Russia verso la frutta, i vegetali, la carne, il pesce, il latte e i prodotti caseari importati da Stati Uniti, Unione Europea, Australia, Canada e Norvegia – ossia i paesi che hanno deciso sanzioni economiche nei confronti di persone vicine al governo russo. Si tratta rappresaglia commerciale non da poco: l’Unione Europea esporta il 5 per cento dei suoi prodotti alimentari in Russia che a sua volta compra il 30 per cento del suo cibo dall’Unione Europea.

Per quanto riguarda l’Italia, il danno che potrebbe subire il sistema agroalimentare si aggira intorno ai 500 milioni di euro l’anno (dall’embargo sono infatti esclusi vino e altri alcolici che valgono da soli più di duecento milioni di euro). Le aziende italiane che rischiano di essere più danneggiate sono quelle con un elevato volume di commercio con la Russia. Una frazione molto ridotta della pasta e dei prodotti cerealicoli prodotti in Italia finisce in Russia, ma nei settori dell’ortofrutta e del caseario la situazione è diversa. L’embargo russo potrebbe essere una perdita di un’opportunità importante per lo sviluppo dell’export agroalimentare italiano su quale molte aziende avevano cominciato ad investire.

Giovedì 20 agosto, presso il Mercato ortofrutticolo di Padova, su iniziativa del presidente del Consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato, si è tenuta una conferenza stampa per rimarcare i problemi commerciali ed economici causati alle attività italiane e venete dall’embargo sancito dalla Russia. Erano presenti, oltre ai rappresentanti dei mercati ortofrutticoli di Padova e di Verona, i rappresentanti del consorzio Grana Padano e del Consorzio del prosciutto San Daniele. La “produzione agricola” era rappresentata dal direttore di Confagricoltura Padova.

Tutti gli esponenti sono intervenuti per sottolineare i danni ai loro prodotti che derivano dal blocco delle importazioni in Russia. I due mercati di ortofrutta stimano mancate esportazioni per circa 80 milioni, il consorzio Grana Padano un danno di 16 milioni e il San Daniele un danno di 7 milioni. Ma quello che maggiormente preoccupa gli operatori commerciali e i consorzi di valorizzazione è l’interruzione dei rapporti di scambio con la Russia, che di fatto vanifica gli investimenti in promozione fatti negli ultimi anni e cancella le possibilità di sviluppo degli scambi con un mercato molto promettente. Per quanto riguarda la produzione agricola, l’embargo Russo va ad aggiungersi alla crisi di mercato che registrano la maggior parte degli ortofrutticoli, già sottoposta all’attenzione dell’Unione Europea per interventi di sostegno (vedi articolo successivo), che si stanno definendo proprio in questi giorni. L’interruzione di questo significativo sbocco commerciale comprimerà perciò ulteriormente la domanda con riflessi negativi sui prezzi alla produzione degli ortofrutticoli, ma anche del latte e della carne.

Tutti i presenti hanno infine auspicato che si trovi in tempi brevi una soluzione politica alla crisi Ucraina, tale da riportare gli scambi commerciali con la Russia alla normalità. Gli eventuali sostegni/indennizzi finanziari che stanno per essere messi in atto dall’Unione Europea non sono considerati utili per la soluzione del problema.