Fra le richieste presentate all’assessore Franco Manzato: sostegno del valore economico delle produzioni e dell’accesso al credito,semplificazione normativa, sburocratizzazione, riforma degli enti strumentali

Il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto è uno strumento fondamentale, ma è solo il punto di partenza: la tutela dell’agroalimentare e il sostegno alla competitività delle sue imprese richiedono, infatti, una strategia a tutto tondo, in grado di rimuovere i colli di bottiglia che impediscono il rilancio del settore. All’indomani del tanto sospirato accordo sulla riforma PAC (Politica Agricola Comune), firmato a Bruxelles, e alla vigilia del nuovo PSR (2014-2020), atteso per la prossima primavera, il messaggio, forte e chiaro, è stato lanciato all’assessore Franco Manzato da Agrinsieme Veneto, il coordinamento che riunisce le sigle associative regionali Confagricoltura, CIA, Legacoop Agroalimentare, Confcooperative- Fedagri, Agci-Agrital. Fondamentale per le imprese agricole – è stato rimarcato – è innanzitutto risolvere il nodo dell’accesso al credito, dando gambe alle proposte elaborate dal coordinamento in sinergia con Veneto Sviluppo. Altra richiesta urgente al Governo regionale è quella di collocare in cima all’agenda la salvaguardia della filiera cerealicolo-zootecnica: in particolare, è stata sottolineata la necessità di individuare una “macroregione della Pianura Padana” – che si candiderebbe così a diventare un unico bacino con regole comuni – per evitare che il regime dei pagamenti previsti dal primo pilastro della riforma PAC (con le nuove tipologie: di base, greening, per i giovani agricoltori, e ancora aree con svantaggi naturali, cosiddetto redistributivo e accoppiato) ne riduca il valore complessivo. Passando allo specifico del PSR 2014-2020 – che detterà le linee guida circa strategie e utilizzo dei fondi comunitari e non per i prossimi sette anni – proviene da Agrinsieme Veneto l’auspicio di un piano redatto in una forma più snella e più chiara rispetto al passato e che condivida una medesima cornice normativa con i PSR delle altre Regioni: l’appello, dunque, è a uno sforzo comune fra i diversi territori, nel segno dell’omogeneità e della coerenza. E ancora, fra i desiderata, che il prossimo PSR sostenga in primis il valore economico delle produzioni dell’agroalimentare veneto, privilegiando le imprese agricole che aggiungono plusvalore al settore primario. Due le strade per perseguire quest’ultimo obiettivo: supporto alle aggregazioni (ad esempio alle reti di impresa) e alle esportazioni. Premessa a tutto ciò deve essere un decisivo processo di semplificazione della burocrazia regionale: per non perdersi mai più fra dettagli e cavilli burocratici, sacrificando le cose importanti. Si potrebbe ad esempio rilasciare un “certificato unico”: un unico attestato che permetta all’azienda agricola di accedere a tutti i procedimenti, bandi, richieste di autorizzazione.

Ma è invocando una riforma integrale degli enti strumentali – a partire da Veneto Agricoltura e AVEPA (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura) – che Giangiacomo Bonaldi, coordinatore di Agrinsieme Veneto, si è rivolto direttamente a Palazzo Balbi: «Entrambi gli enti, oggi, non sono vicini alle aziende agricole. Perché diventino tali, occorre innanzitutto riconcepire completamente Veneto Agricoltura, ridefinendone i compiti sulla base degli effettivi bisogni del comparto: a partire dal sostegno alla ricerca, che deve essere indirizzata a obiettivi strettamente corrispondenti alle priorità indicate dalle imprese, nel segno di un reale supporto all’innovazione e alla penetrazione nei mercati. Per AVEPA, invece, occorre una “cura dimagrante” che ne semplifichi l’accesso ai servizi e guardi alla nostra proposta di certificato unico».

Parlando delle opportunità offerte dall’Expo di Milano, Bonaldi ha rilanciato: «La promozione delle produzioni agricole venete deve tornare in capo ad un solo soggetto, unico riferimento per tutte le competenze e le risorse che al momento sono invece distribuite fra diverse direzioni e enti. Gli agricoltori oggi chiedono meno mostre e meno fiere, ma più buyers e accordi commerciali con la DO e la GDO».

E ancora: «Chiediamo che la Giunta regionale approvi, entro tre mesi a partire da oggi, un bando per l’immediata messa a disposizione dell’imprenditoria agricola veneta dei terreni di proprietà e di utilizzo regionale, ricorrendo allo strumento degli affitti. Subito un nuovo censimento dei beni».

Infine, Agrinsieme ha evidenziato l’urgenza di invertire la rotta della neonata legge regionale per l’agriturismo: alla Regione e a Zaia si chiede di rimettere mano alla normativa, che il coordinamento denuncia come «la meno liberista d’Italia».

Franco Manzato, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto è intervenuto garantendo «la massima disponibilità, da parte della Regione, ad ascoltare gli agricoltori, le associazioni di categoria e gli operatori del sistema agricolo veneto, al fine di garantire il massimo risultato per il Veneto nella nuova programmazione. A tal proposito abbiamo istituito il tavolo di partenariato, per discutere a tutto campo su queste tematiche al fine di poter continuare a valorizzare il sistema agricolo veneto».