Semine primaverili di soia e mais con buone aspettative

Grande attesa per le semine di soia in Veneto, che dovrebbero segnare un trend di crescita sulla scia del forte rialzo dei prezzi. Dai 35 euro a quintale dell’anno scorso i prezzi sono volati infatti a 52 euro, anche sulla spinta della grande richiesta da parte della Cina che ha ripreso ad acquistare soia a livello internazionale.

“Le semine partiranno a fine aprile, ma ci sono intenzioni di semina molto alte – spiega Marco Francesco Pasti, presidente del settore cereali da foraggio di Confagricoltura Veneto -. La Cina ha cominciato a comprare grossi quantitativi di soia sia a utilizzo alimentare che zootecnico, dato che sta vivendo una ripresa economica e che la filiera suinicola sta ricominciando a partire dopo la recente epidemia di peste suina. Di conseguenza i prezzi sono schizzati in alto e attualmente sono a 52 euro. Per la raccolta di ottobre potrebbero assestarsi sui 46 euro a quintale, che sarebbe comunque un ottimo valore. Quindi è prevedibile che gli agricoltori siano orientati di più a seminare soia, soprattutto nel Veneto orientale che vede Venezia, Rovigo e Padova le province più vocate a questo tipo di coltura. Del resto la soia già l’anno scorso aveva segnato un aumento della superficie, come altre oleaginose e colture alternative come il sorgo”.

Dopo un’annata resa difficile dall’emergenza Covid, gli agricoltori cercano di recuperare con coltivazioni che garantiscano redditività. Buone aspettative ci sono anche per il mais, che vede Padova prima provincia per produzione, seguita da Rovigo, Venezia, Verona, Treviso e Vicenza. “Il mais sta seguendo l’onda della soia – dice Pasti -, che peraltro in questo momento segna una carenza di produzione in quanto l’Europa dell’Est, nell’estate 2020, è stata martoriata dalla siccità. I prezzi anche con questo cereale sono aumentati, ma non a dismisura. Siamo intorno a 22 euro al quintale, che può essere soddisfacente, però il quadro più preciso si avrà in luglio, quando si raccoglieranno i frumenti. In base all’andamento, saranno influenzati anche gli altri settori. Attualmente anche il grano è in rialzo: dai 19 euro che valeva in agosto è salito a 24”. La settimana prossima si comincerà a seminare il mais e poi, verso metà aprile, toccherà al riso, che vede gran parte della produzione in provincia di Verona con il Vialone Nano, che viene coltivato anche nella zona di Grumolo delle Abbadesse nel Vicentino, mentre sul Delta del Po nel Rodigino si coltivano Carnaroli, Volano, Baldo e Arborio. “Prevediamo un aumento di semine per il riso, che è andato abbastanza bene l’anno scorso – sottolinea Michele Rossi, presidente dei risicoltori di Confagricoltura Veneto -. Nel 2020 il prezzo è salito, anche se ora si è stabilizzato. Il Carnaroli veleggia su 48-50 euro a quintale, così come il Vialone Nano. Una situazione di stabilità, anche se il prezzo ideale sarebbe tra i 55 e i 60 euro. Inoltre, grazie alla diminuzione delle importazioni a livello globale che c’è stata in conseguenza dei dazi imposti sulla varietà indica, le aspettative dei coltivatori sono positive. Ora c’è l’auspicio che le istituzioni europee ritirino i benefici di cui gode il Myanmar, in qualità di Paese meno avanzato, che finora hanno consentito l’import nell’Ue del riso birmano di tipo Japonica e quindi un aumento delle importazioni a dismisura”.